Bce taglia tassi, gli effetti su chi deve pagare un mutuo. Quasi nulli

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Si è parlato di una svolta storica della Bce, che avrebbe inaugurato una nuova era, caratterizzata da tassi negativi.

Di fatto, l’Eurotower si è confermato la prima banca centrale ad aver portato a negativi i tassi sui depositi. Quelli che le banche europee parcheggiano presso la Bce, e che ora non solo non renderanno nulla, ma si tradurranno anche in una perdita.

Obiettivo: convincere le banche a erogare più prestiti a famiglie e imprese. Funzionerà?

E in generale, quali saranno le ripercussioni pratiche sulla vita dei consumatori e sull’operatività delle aziende in Europa? Come scrive Domenico Conti dell’agenzia di stampa Ansa, “le ripercussioni sui consumatori e imprese non saranno così immediate, e soprattutto rilevanti, come ci si potrebbe attendere con i tassi di interesse al nuovo minimo storico in Eurolandia. In primo luogo perché i mutui a tasso variabile ancorati al tasso Bce sono ancora pochissimi ed una variazione di 15 punti base (dallo 0,25% precedente ad appunto lo 0,1%) si tramuterà in un risparmio di pochi euro all’anno per i mutuatari”.

Ma “lo stesso vale anche per i mutui legati all’Euribor. Perché, se quando i tassi Bce viaggiavano al 4,25% nel luglio 2008 e i tagli della Bce erano dell’ordine di 50 punti base l’impatto sull’Euribor – e quindi sui mutui variabili – era consistente, variazioni così ridotte contribuiranno sì a ridurre l’Euribor, ma sempre con vantaggi risibili per i consumatori. Così come saranno infinitesimali gli svantaggi per quelli che hanno il conto di deposito o le polizze assicurative ancorate ai tassi della Bce”.

“E’ invece da vedere l’impatto su chi deve ancora accendere un mutuo. Se infatti il calo dei tassi tendenzialmente può portare ad un calo dello spread sul tasso del mutuo, ovvero il differenziale aggiuntivo che applica la banca e che rappresenta il suo margine di guadagno, può anche capitare che, con tassi di riferimento così bassi, gli istituti possano decidere di aumentare lo spread, anche per coprirsi dal maggior rischio connesso all’ingresso sul mercato di soggetti che presentano profili di rischio più elevati. Discorso differente per le imprese. Oltre che alle misure ‘dirette’, fra cui la maggiore il ‘Tltro’ destinato proprio al rilancio del credito, il passaggio in negativo dei tassi sui depositi dovrebbe, nelle intenzioni di Mario Draghi, disincentivare le banche a parcheggiare proprio nei depositi ingenti somme di denaro, che verrebbero quindi dirottate sull’economia reale. La decisione, spiega l’Eurotower, non punta “a punire i risparmiatori”, ma “a premiare chi prende in prestito” e per i primi avrà alla fine effetti positivi. Anche se, con aumenti di capitale in corso e stress test in arrivo, il passaggio fra tasso su depositi negativo e maggiore offerta di credito è ancora tutt’altro che scontato”.

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