Bonus barriere architettoniche, occhio al pagamento
Fin dai primi giorni in cui si è insediato alla guida del Paese, il governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni ha portato avanti una politica economica dai contorni chiari e ben delineati, facendo trasparire in modo del tutto evidente la volontà di cambiare passo rispetto a quanto fatto dai precedenti esecutivi. In particolare, sulla…

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Fin dai primi giorni in cui si è insediato alla guida del Paese, il governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni ha portato avanti una politica economica dai contorni chiari e ben delineati, facendo trasparire in modo del tutto evidente la volontà di cambiare passo rispetto a quanto fatto dai precedenti esecutivi.

In particolare, sulla questione degli sgravi per i cittadini, la presidente del Consiglio ha ripetuto diverse volte l’esigenza di concludere l’esperienza delle “agevolazioni temporanee” per virare con decisione su un pacchetto di proposte più “a lungo raggio”, da realizzare nel complesso dei cinque anni previsti per la legislatura (concetto ribadito anche in occasione dell’approvazione della delega fiscale).

Bonus barriere architettoniche, quanto è possibile risparmiare per i lavori negli edifici esistenti

Eppure, dopo nove mesi in cui (in maniera del tutto inevitabile) le forze di Palazzo Chigi si sono dovute concentrare soprattutto sulla questione macroscopica che riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza, nelle prime pagine dei quotidiani e nei lanci di agenzia si continua a discutere di alcuni provvedimenti di natura “occasionale” ereditati dalle esperienze di Giuseppe Conte e di Mario Draghi.

In particolare, continua ad occupare un posto tutt’altro che irrilevante nell’opinione pubblica la questione che riguarda il cosiddetto Bonus barriere architettoniche, uno strumento di natura edilizia che consente ai beneficiari interessati di risparmiare una quota notevole di denaro qualora si scelga di intervenire negli edifici esistenti per l’abbattimento di ostacoli quali pareti, gradinate e rampe.

Lo sgravio fiscale (approvato in Parlamento oltre un anno fa ed esteso a tutti l’anno 2023 nell’ambito dell’approvazione dell’ultima legge di Bilancio) consente un ritorno economico pari al 75% delle spese sostenute, fino ad un importo massimo variabile compreso tra i 30mila e i 50mila euro a seconda delle caratteristiche dell’immobile in oggetto e della grandezza del cantiere.

Bonus barriere architettoniche, la questione del pagamento dei lavori e il ricorso al bonifico parlante

A livello di procedure, per ottenere il bonus barriere architettoniche vige l’obbligo di rispettate le indicazioni descritte dall’Agenzia delle entrate (rinnovate di recente con alcune integrazioni) per quanto riguarda tutti i bonus edilizi. Nello specifico, uno dei temi più dibattuti è quello che riguarda le modalità di pagamento tramite cui andare a saldare i conti con le ditte incaricate dei lavori di demolizione e ricostruzione.

La regola più importante da ricordare è quella che impone il ricorso al più volte citato bonifico parlante, un metodo di versamento indispensabile se non si vuole rischiare di perdere alcuni dei requisiti minimi per usufruire dell’agevolazione (con la conseguenza di scendere al 50% dello sconto). Ma in che cosa consiste, nel dettaglio, questo procedimento di saldo?

Che si tratti di un bonifico effettuato tramite una banca, un istituto di credito o di un pagamento presso un ufficio postale, la cosa importante è che trovino posto nella descrizione della transazione i seguenti riferimenti:

  • la causale del versamento effettuato;
  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione;
  • il numero di partita IVA (o, in alternativa, il codice fiscale) del soggetto a favore del quale il bonifico viene effettuato.
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