Bpm, Giarda adesso sceglie la squadra

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La Banca popolare di Milano stringe sui nuovi vertici. Il presidente Dino Piero Giarda ha convocato per oggi il consiglio di sorveglianza per dare il via al nuovo corso. L’ordine del giorno è piuttosto nutrito ma non c’è la nomina del consiglio di gestione. Giarda ha già detto che entro il 13 gennaio sarà deciso tutto, ma prima però vanno eletti i comitati interni, ed è quello che farà oggi il board, anche se potrebbero essere decisi in due tempi. Vanno eletti comitato nomine, remunerazione e controlli interni.
Il primo è decisivo per la scelta del consiglio di gestione e del nuovo capoazienda. Non è escluso che il comitato nomine possa riunirsi per la prima volta già questa settimana per poi sciogliere definitivamente le riserve la prossima. Per la carica di presidente la rosa si sarebbe ristretta a due nomi: Mario Anolli, preside della facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative all’Università Cattolica di Milano, lo stesso ateneo in cui insegna Giarda, in alternativa a Giorgio Di Giorgio, attuale direttore del dipartimento di Economia e Finanza della Luiss. Giuseppe Castagna resta invece il candidato numero uno, ma non l’unico, per la carica di consigliere delegato di Bpm. Il neopresidente di Piazza Meda ha effettuato diversi sondaggi nelle scorse settimane. Con l’ex responsabile della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo avrebbe trovato un buon dialogo. Fonti vicine alla trattativa riferiscono tuttavia di diversi tasselli che non riescono ancora ad incastrarsi, tra cui ci sarebbe anche il compenso. Al momento quindi non c’è nulla di certo. Durante le feste natalizie Giarda avrebbe avuto contatti con alti manager e anche con l’attuale amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola, che è stato in passato condirettore generale di Bpm. Secondo alcune voci i due potrebbero incontrarsi di nuovo in settimana, anche se appare difficile un ritorno di Viola a Piazza Meda, soprattutto considerando le questioni aperte a Siena. Le quali, però, secondo alcuni osservatori, alla fine potrebbero anche indurre il manager a lasciare Rocca Salimbeni per la guida operativa di Bpm, se si troveranno le condizioni.
Il vuoto nella gestione comunque dovrebbe essere breve. Le altre pedine si stanno via via incastrando senza troppe difficoltà. A quanto risulta, almeno al momento Giarda è riuscito a tenere fuori dalla stanza dei bottoni i sindacati nazionali che hanno appoggiato la sua candidatura alla guida di Bpm. Nel board operativo non ci sono rappresentanti “targati”. I posti nel consiglio di gestione, lasciando da parte le due caselle della presidenza e del consigliere delegato, dovrebbero andare uno ai soci pensionati, uno agli azionisti francesi del Credit Mutuel, uno a Investindustrial che confermerebbe Davide Croff, e uno a una donna sul cui nome il confronto è ancora in corso.

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