Bpm: la crescita dei proventi spinge l’utile

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La Banca Popolare di Milano ha chiuso i primi nove mesi del 2013 con un utile netto di 134,4 milioni di euro, che si confronta con la perdita di 105,9 milioni di settembre 2012. Al netto delle componenti non ricorrenti, l’utile netto al 30 settembre 2013 cresce comunque del 34,8% rispetto al 2012.
Entrando nel dettaglio del conto economico, i proventi operativi si attestano a quota 1.280 milioni di euro (+9,7% a/a), con il margine d’interesse che nei primi nove mesi 2013 si posiziona a 631 milioni (-4% a/a), mentre nel terzo trimestre totalizza 216 milioni (-4,2% trim/trim, ma +3,4% trim/trim a dati normalizzati). Il comparto “ricavi da servizi” si posiziona a 648,5 milioni (+27,3% a/a), giovandosi in particolare della crescita delle commissioni nette (402 milioni,+13,5% a/a) dovuta principalmente al contributo delle commissioni di gestione, intermediazione e consulenza, nonché del significativo risultato netto dell’attività finanziaria (183 milioni, +59,5%a/a).

Per quanto riguarda i costi operativi, invece, nei primi nove mesi 2013 si attestano a 738,1 milioni di euro (+0,4% a/a), con le spese per il personale stabili a 471,4 milioni rispetto ai nove mesi 2012 (ma -6,4% a/a su basi omogenee) e le altre spese amministrative a 213 milioni (+2,0%a/a), mentre le rettifiche nette di valore su attività materiali e immateriali che si attestano a 53,3 milioni (-2% a/a). In questo quadro fa segnare un buon recupero il cost/income (57,7%, in flessione di 5,3 pp rispetto al settembre 2012), mentre il risultato della gestione operativaraggiunge i 542 milioni di euro (+25,5% a/a).
Infine l’ammontare complessivo delle rettifiche su crediti e altre operazioni si attesta a 260,7 milioni (+24,5% a/a), con un costo del credito annualizzato pari a 102 pb, in aumento rispetto agli 80 pb a settembre 2012.

In crescita i crediti deteriorati

Sul versante patrimoniale, la raccolta diretta si attesta a 36,8 miliardi di euro (-4,4% rispetto a dicembre 2012 e -2,7% trim/trim), con la componente debiti verso clientela a 26,5 miliardi (+0,9% rispetto a dicembre 2012), ascrivibile principalmente all’aumento della componente pronti contro termine. Sostanzialmente stabile invece la raccolta “core” (conti correnti e depositi a risparmio).

Nei primi nove mesi 2013, la raccolta indiretta da clientela si posiziona invece a 30,7 miliardi di euro (+0,3% rispetto a dicembre 2012 e +1,1% trim/trim), con un buon risultato del risparmio gestito (14,7 miliardi, +6,8% rispetto a fine 2012 e +2,8% trim/trim), mentre il risparmio amministrato si attesta a 16,0 miliardi (-5%rispetto a dicembre 2012 ma stabile rispetto a giugno 2013).
crediti verso clientela totalizzano 34,0 miliardi di euro, in flessione rispetto a dicembre 2012 (-2,0%) e invariati rispetto a giugno 2013. “La dinamica nei nove mesi, fortemente condizionata dal generale rallentamento economico in atto, sottolinea una nota dell’istituto, risente della flessione degli impieghi commerciali e in particolare dei mutui (-1.117 milioni) non totalmente compensata dalla crescita delle altre forme tecniche (+441 milioni)”.

A livello di qualità del credito, invece, le attività deteriorate lorde del Gruppo a settembre 2013 si attestano a 4.991 milioni (+18,7% a/a), anche se nel terzo trimestre si riscontra una decelerazione (+4,2%) sia rispetto alla media trimestrale degli ultimi due anni (+6,7%) sia rispetto al trimestre precedente (+9,7%); in questo quadro le sofferenze lorde totalizzano 2.346 milioni, con un’incidenza sul totale impieghi comunque inferiore alla media di sistema (6,5% vs 7,3 per cento).
Infine, per quanto riguarda i ratios patrimoniali, il core tier 1 si attesta al 7,25% (dal 7,45% di giugno), il tier 1 al 7,86% (dall’8,07%) e il total capital ratio al 10,73% (dall’11,02%), laddove la flessione “è dovuta essenzialmente all’estensione degli add-on agli asset di Banca di Legnano (20pb sul CT1) a seguito dell’operazione di incorporazione in Bpm”.

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