BpVi: primo passo verso la ripartenza
Banca Popolare di Vicenza fa il bis in Puglia

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Questo vuole essere il piano industriale della Popolare di Vicenza che sarà esaminato oggi dal consiglio di amministrazione. A illustrare le misure sarà il consigliere delegato e direttore generale Francesco Iorio. Il banchiere, ex direttore generale di Ubi, si è insediato alla Popolare di Vicenza nel giugno scorso raccogliendo la sfida del rilancio dell’istituto.
Quello che già trapela rispetto ai contenuti del piano sono i tagli al personale. Si parla della chiusura di 150 filiali e, di conseguenza, di 600 dipendenti in meno su 5.500. Le indiscrezioni hanno messo in allerta il sindacato. «Seicento esuberi corrispondono a un taglio del 10% della forza lavoro. È inaccettabile che gli errori di una gestione tutt’altro che trasparente ricadano sui lavoratori», ha tagliato corto Giuliano Xausa della Fabi. I sindacati avranno occasione domani di conoscere le linee guida del piano dal consigliere delegato. Per attutire il colpo dovuto ai tagli, il piano dovrebbe aprire un fondo di solidarietà per incentivare l’uscita. Si ragiona inoltre su un secondo fondo che potrebbe essere utilizzato come ammortizzatore per la riduzione volontaria delle ore di lavoro.
Il piano che sarà presentato oggi è la risposta a problemi che per la Popolare di Vicenza iniziano con l’ispezione della Bce. La Banca centrale europea ha contestato l’erogazione di finanziamenti per 974,9 milioni ai propri clienti per far acquistare azioni della banca, sottraendoli dal patrimonio di vigilanza. Nell’ultima semestrale la perdita netta nei sei mesi è di 1,053 miliardi di euro in buona parte determinata da rettifiche sul valore dei crediti per 703 milioni di euro. Ai guai «europei» della banca si aggiungono quelli tutti italiani dovuti a un’indagine della procura di Vicenza che coinvolge l’ex ad Samuele Sorato e altri quattro tra manager e amministratori, o ex, insieme con il presidente Gianni Zonin. Ci sono poi le iniziative delle associazioni dei consumatori: è partita ieri l’azione risarcitoria del Codacons. E le verifiche della Consob, in corso da aprile. «Un po’ alla volta verrà fuori tutto – ha detto ieri Giuseppe Vegas, il presidente della Consob –. Non parlerei di mancanze nei controlli, ma probabilmente qualche prassi non è stata adeguata». Ora il futuro della banca passa attraverso la quotazione e un nuovo aumento di capitale per un 1,5 miliardi che costerà parecchio ai soci per l’attesa ulteriore svalutazione del titolo.

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