Cambia l’offerta per la la società di Telecom Italia Sparkle
Il ministero dell’Economia assumerà da solo il controllo della società Sparkle.

Il ministero dell’Economia assumerà da solo il controllo della società Sparkle.

giovedì sera ha inviato al gruppo telefonico una proposta che contiene una doppia opzione. Via XX Settembre — che è subentrato come previsto a Kkr, con cui aveva presentato a ottobre un’offerta vincolante per NetCo e una non vincolante per Sparkle — ha confermato l’intenzione di rilevare subito il 100% dei cavi sottomarini, a fronte di una valutazione in linea con quella indicata a ottobre, che si aggira attorno ai 700 milioni o, in alternativa, propone a Tim di mantenere una quota e quindi di rinunciare a una parte dell’incasso, con la possibilità però di partecipare alla futura creazione di valore. 

La partecipazione in Sparkle è in carico a 850 milioni di euro e questa seconda opzione potrebbe consentire a Tim di deconsolidare comunque la società dei cavi internazionali, con la possibilità di evitare una minusvalenza se la nuova trattativa che si aprirebbe portasse a una valutazione in linea con quella attualmente iscritta in bilancio. Il consiglio di Tim in agenda per il 7 febbraio dovrà valutare le due possibilità. La proposta del Mef prevede «di negoziare una diversa opzione, con possibili adeguamenti delle condizioni contrattuali, nel caso Tim mantenesse una quota minoritaria per un determinato arco temporale e supportasse la realizzazione del piano strategico», ha spiegato il gruppo telefonico in un comunicato. Dunque il processo di vendita, in questo caso, porterebbe all’avvio di una nuova trattativa, che oltre al prezzo riguarderebbe con ogni probabilità anche la governance di Sparkle.

I soggetti

I tempi della vendita dovrebbero in ogni caso allungarsi e, se dovesse prevalere l’orientamento di mantenere una quota nella società dei cavi, andranno oltre la scadenza dell’attuale consiglio, prevista per il 23 aprile. Come ha spiegato il ceo di Tim, Pietro Labriola, la cessione di Sparkle non ha effetti sul piano di riduzione del debito, che verrà completato con la vendita della rete nazionale (NetCo) a Kkr, Adia (il fondo sovrano di Abu Dhabi), Mef ed F2i, attesa per l’estate. Due settimane fa il governo ha dato il via libera ai sensi del golden power alla cessione, che a breve arriverà all’esame dell’Antitrust Ue con cui Kkr sta già dialogando per preparare la notifica. All’Authority si è rivolta anche Vivendi, primo azionista di Tim, contraria alla vendita della rete, con una lettera in cui chiede di accertare il ruolo del Mef nell’operazione e se ha quale rilievo il fatto che abbia la maggioranza in Cdp, a cui fa capo Open Fiber, concorrente del gruppo telefonico sulla rete in fibra.

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