Canone Rai in bolletta: ecco di quanto si è ridotta l’evasione
Chi è esonerato dal pagamentoSi può essere esonerato dal pagamento del canone Rai se non si possiede un televisore o un apparecchio atto a ricevere il segnale radiotelelvisivo; per chi ha compiuto 75 anni e possiede un reddito annuo non superiore a 8mila euro. Esonerati anche gli agenti diplomatici, funzionari o impiegati consolari, funzionari di…

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Chi è esonerato dal pagamento

Si può essere esonerato dal pagamento del canone Rai se non si possiede un televisore o un apparecchio atto a ricevere il segnale radiotelelvisivo; per chi ha compiuto 75 anni e possiede un reddito annuo non superiore a 8mila euro. Esonerati anche gli agenti diplomatici, funzionari o impiegati consolari, funzionari di organizzazioni internazionali oppure militari di cittadinanza non italiana o personale civile non residente in Italia, di cittadinanza non italiana, appartenenti alle forze Nato di stanza in Italia.

Le entrate da canone

Nel 2021 le entrate da canone hanno sfiorato gli 1,82 miliardi di euro, contro gli 1,72 dell’anno prima, con introiti da canone per utenze private da 1,71 miliardi contro gli 1,64 miliardi dell’anno prima. «Dal 2013 al 2020 il canone ordinario è anche leggermente sceso», disse sempre durante quell’audizione l’ad Rai Carlo Fuortes riferendosi proprio al tema (e all’emergenza) conti per Viale Mazzini. E in quella occasione, a proposito del canone lo stesso Fuortes parlò, come detto, di «risorsa incongrua», sottolineando poi che con il passaggio del canone in bolletta «è aumentato il numero dei paganti dai 15 milioni ai 21-22 milioni» e «il tasso di evasione è sceso dal 27 per cento al 5 per cento, e attualmente è intorno al 3 per cento». Le trattenute dallo stato per «2,4 miliardi in otto anni» hanno agito in senso inverso, rivendicò infine l’ad Rai.

Quanto entra nelle casse Rai

È bene, però, ricordare, come hanno precisato più volte gli stessi vertici Rai che, a fronte dei 90 euro di ammontare annuo, Viale Mazzini ne percepisce solo una parte. Il passaggio del canone infatti non avviene direttamente dalla bolletta alla Rai, ma transita per l’agenzia delle Entrate e poi da questa alle casse della televisione pubblica. E i 90 euro sono comprensivi del contributo di 110 milioni di Euro annui al Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, «istituito – recita lo stesso bilancio della Rai – nello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle Finanze e per la restante quota alla Rai, ferme restando le somme delle entrate del canone già destinate dalla legislazione vigente a specifiche finalità». Va detto che dal 2021 è intervenuta l’abrogazione della riduzione del 5% delle somme da riversare a Rai per la copertura del costo di fornitura del Servizio Pubblico e del cosiddetto “extra gettito”, determinato dalle maggiori entrate rispetto a quanto previsto nel Bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2016. si parla di un’ottantina di milioni.

Dallo Stato una trattenuta di 270 milioni

Comunque, come messo nero su bianco qualche giorno fa dall’Area Studi di Mediobanca, la quota del canone ordinario che viene incassata dalla Rai è pari a circa l’ 86% di quanto pagato dall’utente (era il 93 nel 2013). In termini assoluti vuol dire una trattenuta di 270 milioni. Quindi, nel 2022, solo 77,8 dei 90 euro sborsati da ogni abbonato sono stati incassati dalla Rai, con un’incidenza anche in questo caso inferiore alla media europea (90,5%) e al di sotto al di sotto dei maggiori Paesi: Germania 98%; Uk 97% e Francia 96 per cento.

Il canone più basso fra i Paesi europei

In questo quadro l’Area Studi Mediobanca sottolinea infine come all’Italia spetti in questo quadro il più basso canone unitario fra i maggiori Paesi europei, inferiore anche alla media europea (25 centesimi al giorno per abbonato contro i 32 medi). Molto più onerose per i contribuenti la Tv pubblica tedesca (58 centesimi al giorno per 210 euro totali), quella britannica (50 centesimi per 183,2 euro complessivi) e quella francese (38 centesimi per 138 euro in totale).

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