Tossine cancerogene nel cibo: ecco i prodotti ritirati
Tra il 14 e il 16 febbraio, il ministero della salute ha pubblicato tutta una serie di richiami segnalando la presenza di tossine e sostanze cancerogene in alcuni prodotti venduti in diversi supermercati italiani. Si tratta, nello specifico, di cibi segnalati per rischio chimico per possibile presenza di aflatossine in alcuni casi e presenza di…

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Tra il 14 e il 16 febbraio, il ministero della salute ha pubblicato tutta una serie di richiami segnalando la presenza di tossine e sostanze cancerogene in alcuni prodotti venduti in diversi supermercati italiani. Si tratta, nello specifico, di cibi segnalati per rischio chimico per possibile presenza di aflatossine in alcuni casi e presenza di noce betel in altri.

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Possibile presenza di aflatossine nel cibo: quali i rischi e i prodotti segnalati

Il primi richiami pubblicati dal ministero della salute riguardano delle mandorle sgusciate di diversi marchi, vendute in confezione in diversi supermercati italiani. Nello specifico, i lotti segnalati per possibile presenza di aflatossine sono:

  • mandorle sgusciate del brand Dattilo, commercializzate da I&D srl, lotto di produzione 277/22 – 290/22, produttore Almendras Lopez, bustine da 40 g;
  • mandorle sgusciate del brand Movida Catering, commercializzate da I&D srl, lotto di produzione 270/22 – 294/22 – 273/22, produttore Almendras Lopez, secchiello plastica da 700 g;
  • mandorle sgusciate del brand Movida Catering, commercializzate da I&D srl, lotto di produzione 277/22 – 291/22, produttore Almendras Lopez, secchiello plastica da 1000 g;
  • mandorle sgusciate commercializzate da I&D srl, lotto di produzione 279/22 – 280/22 – 295/22, produttore Almendras Lopez, vaschette compostabili da 200 – 400 g.

Come specificato dall’EFSA (The European Food Safety Authority) le aflatossine sono micotossine prodotte da due specie di Aspergillus, un fungo presente soprattutto nelle zone a clima caldo e umido. Sono genotossiche e cancerogene, per questo l’esposizione attraverso il cibo dovrebbe essere mantenuta il più bassa possibile.

Le aflatossine, a seguito della contaminazione fungina prima e dopo il raccolto, possono essere presenti in alimenti come:

  • arachidi, frutta a guscio;
  • mais, riso, fichi e altri alimenti secchi;
  • spezie, oli vegetali grezzi e fave di cacao.

Diversi tipi di aflatossine sono prodotti naturalmente ma si prevede che il cambiamento climatico avrà un impatto sulla presenza di queste tossine negli alimenti in Europa (ma non solo, qui le conseguenze e gli impatti sull’economia mondiale). L’aflatossina B1 è la più comune negli alimenti e tra le più potenti aflatossine genotossiche e cancerogene. L’aflatossina M1 è invece un importante metabolita dell’aflatossina B1 nell’uomo e negli animali, e può essere presente nel latte di animali alimentati con mangimi contaminati da aflatossina B1.

I prodotti ritirati per presenza di noce di Betel cancerogena

Un altro ritiro comunicato dal ministero della salute giovedì 16 febbraio (che ha fatto seguito al richiamo di riso: qui i lotti contaminati) riguarda invece alcuni prodotti del marchio Shalimar di “ANSA FOOD PRODUCTS” segnalati per presenza di noce di Betel cancerogena. Nello specifico, il ritiro dai supermercati riguarda:

  • tutti i lotti di Rasily Supari;
  • tutti i lotti di Tulsi;
  • tutti i lotti di Jumbo Pack Sweet Supari.

Come riportato dalla National Library of Medicine: la noce di betel (BN), il quid di betel (BQ) e i prodotti da essi derivati sono ampiamente utilizzati come prodotti masticatori socialmente approvati. La sostanza di BN/BQ, che crea dipendenza, ha portato al suo uso diffuso tra gli esseri umani, talvolta in maniera abusante. È stato dimostrato, tuttavia, che l’uso costante e continuo ha una forte correlazione eziologica con la suscettibilità umana al cancro, in particolare ai tumori orali e orofaringei.

La regolare masticazione della noce di betel è stata inoltre collegata al cancro della bocca e dell’esofago, alla fibrosi sottomucosa orale e alla carie. L’OMS ha classificato la noce di betel come cancerogena e ha avviato un piano d’azione per ridurne l’uso.

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