Case da sogno da pagare a rate senza interessi: caparre sparite e raffica di denunce a Milano
La società Reef Spa di Milano vende la casa dei sogni a rate senza interessi, ma non rogita.
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La società Reef Spa di Milano vende la casa dei sogni a rate senza interessi, ma non rogita. Per Camilla, giovane pr, «la casa dei sogni a rate senza interessi», come recita la pubblicità della società immobiliare Reef Spa era un bilocale in via Bolzano, tra Nolo e il Trotter. Prezzo allettante: 168 mila euro. «Proposta d’acquisto subito accettata dopo la prima visita. A febbraio il preliminare, verso una caparra confirmatoria da 70.000 euro con l’impegno a rogitare entro il 31 maggio. A metà aprile la società mi comunica il posticipo del rogito a data da destinarsi». Ad oggi, il bilocale di via Bolzano è rimasto, appunto, un sogno. E Camilla non è ancora tornata in possesso dei suoi soldi, in tutto 140 mila euro, il doppio della caparra come prevede la legge se inadempiente è chi ha ricevuto quel denaro. Si è rivolta a un avvocato che ha emesso un decreto ingiuntivo nei confronti di Reef. 

Marco lavora in un grande supermercato di Monza. Dopo la separazione dalla compagna torna a vivere a casa dei suoi a Sesto San Giovanni e si mette a cercare un nuovo alloggio. Su un portale di annunci online individua un appartamento che fa al caso suo: bilocale con giardino a San Fruttuoso il cui prezzo, una volta che contatta la società immobiliare, sempre Reef Spa, miracolosamente scende da 140 a 112 mila euro. Come caparra ne versa 17.500, «il resto della cifra diluito in 30 anni senza interessi. Mi viene proposto di rogitare a otto mesi di distanza, nel febbraio di quest’anno». Anche nel suo caso, Reef inizia a spostare nel tempo la data dell’atto.«Il 16 aprile mi informano che non è più possibile perfezionare il rogito. Invece di restituirmi il doppio della caparra, mi propongono solo un bonus di 3.000 che rifiuto. Ad oggi non ho ancora riavuto i miei soldi». La pratica è in mano a un legale. 

Stella e il marito lavorano nel settore immobiliare. Tra gli immobili in portafoglio c’è un appartamento a Ronco Briantino: «Valore 90 mila euro. Mi contatta Reef che ne offre 120 mila per acquistarlo. Offerta fuori mercato, glielo dico. Porto al mio cliente la loro proposta facendogli firmare il compromesso per la vendita. Il cliente non ha mai visto un centesimo, l’appartamento è ancora sul mercato». 

Si potrebbe continuare all’infinito, i casi sono decine, probabilmente centinaia. A Milano, Roma, Bologna, Cagliari, Asti, città nelle quali opera Reef Spa, che la scorsa primavera, per lanciare «un modello di business dirompente» (parole loro), aveva tappezzato la città di cartellonistica pubblicitaria. Il modello di business è il seguente: Reef non fa mediazione ma compra immobili da privati e li rivende ad altri privati offrendo anche servizi accessori come la ristrutturazione. Il vantaggio quale sarebbe? «Con Reef non c’è più bisogno di una banca, perché concediamo a tutti la rateizzazione del prezzo d’acquisto al rogito senza necessità di chiedere un mutuo». 

L’avvocato milanese Stefano Azzolina, su mandato di un mancato cliente di Reef (solito schema, caparra incassata e rogito rinviato sine die, denaro non ancora restituito), ha presentato denuncia in Procura. Per il legale l’operatività di Reef è di «carattere truffaldino e l’unico interesse della società è avere a disposizione risorse finanziare rappresentate dalle caparre per poi poterle investire in non meglio chiarite attività». Per Azzolina il sistema ha «tutte le caratteristiche di un perfetto “schema Ponzi”».

A capo di Reef (60 dipendenti) c’è Maurizio Misagordi, romano, 46 anni. In un video su YouTube racconta di aver iniziato la carriera nel «settore della ristorazione», abbandonato dopo «aver subito diverse truffe». Misagordi è anche un trader online che si autoproclama «di successo» il cui motto è «saper stare in una confusione ordinata». In via Fantoli 7, negli uffici milanesi di Reef, ci riceve Luka Juri, 45 anni, cittadino sloveno, studi da geografo e un passato in politica, neo amministratore unico di Reef spa. Coincidenza vuole, spiega Juri, che «la vecchia Reef ha cambiato denominazione in Bc srl, mentre un’altra società del gruppo, Chemitrust, è diventata Reef spa». E che dunque «denunce e decreti ingiuntivi si riferiscono alla vecchia Reef». Insomma, nulla è imputabile alla nuova società. Sempre per una curiosa coincidenza, «dal 1° ottobre Reef ha cambiato tipologia di prodotto. Proseguiamo ad acquistare e rivendere immobili, ma non chiediamo più caparre. Solo un anticipo del 30% al rogito. Il resto dilazionato fino a 30 anni», aggiunge Juri. Senza mutuo, senza bisogno di una banca. 

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