Cattolica sorride L’utile netto rimbalza ai livelli pre-crisi

Il peggio sembra alle spalle e il teorema industriale di Giovan Battista Mazzucchelli giunto a soluzione. Cattolica assicurazioni, cooperativa mutualistica quotata in Borsa, porterà sabato prossimo in assemblea il raddoppio dell’utile netto consolidato e la proposta di una cedola di otto centesimi di euro per i soci, con un dividend yeld del 6,85 per cento.
In un esercizio di grave crisi macroeconomica, funestato dal terremoto dell’Emilia-Romagna, gli 84 milioni di utile netto certificano l’aderenza alla realtà intrinseca al piano industriale 2011-13. Bisogna risalire all’esercizio 2006 per trovare un livello di utile consolidato più elevato (erano 160 milioni). Fu proprio nella primavera di quell’anno che Paolo Bedoni venne nominato alla presidenza con Ezio Paolo Reggia amministratore delegato e Mazzucchelli all’esordio nel gruppo, dopo un passato da d.g. della Milano e da a.d. di Sasa. «Cattolica Assicurazioni — sottolinea Claudio Cacciamani, docente di Economia a Parma, dove insegna Economia delle aziende di assicurazioni — ha fondamentali della gestione tecnico assicurativa e livello di patrimonializzazione solidi. Questo è il risultato di una posizione di mercato che si fonda su relazioni di lungo termine con gli intermediari fiduciari e la clientela di riferimento e, considerando che è una società cooperativa, con gli azionisti».
La compagnia veronese ha sviluppato solide partnership nel campo della bancassurance, con medi istituti creditizi italiani. Su tutti la Popolare di Vicenza che di Cattolica è il primo azionista. Nella seconda metà di marzo, l’istituto berico, presieduto da Gianni Zonin, ha acquistato sul mercato azioni Cattolica pari allo 0,24 per cento del capitale, con un investimento di circa 1,86 milioni di euro, portando la propria quota al 12,38 per cento del capitale della compagnia, nella cui compagine sociale figurano anche gli spagnoli della Fundacion Mapfre (8,476%), la Fondazione Cr di Trento e Rovereto (2,052%) e la Fondazione Banca del Monte di Lombardia (2,043%).
«La sfida per il futuro — rilancia Cacciamani — è avviare la collaborazione con reti di altre compagnie e fare in modo che i propri intermediari possano dialogare al meglio con i colleghi fiduciari di altre compagnie di assicurazione. Questo è concesso dalla nuova normativa in tema di collaborazioni tra agenti. In ciò Cattolica Assicurazioni è avvantaggiata dal non dovere intraprendere profonde e laceranti riorganizzazioni interne e della propria rete come, al contrario, gli altri competitor nazionali sono costretti a dover fare. Inoltre, si aprono ancora nuove e interessanti collaborazioni e partecipazioni in medie e piccole banche, radicate nel territorio di riferimento e che vogliano rimanere autonome dai grandi gruppi, che potrebbero vedere nella compagnia un partner di capitale e di prodotti».
Sul fronte della governance, l’assemblea dello scorso 15 dicembre ha dato a Cattolica cinque nuovi amministratori. Si tratta di due commercialisti, Carlo Napoleoni e Giovanni Sandrini, di Enrico Mario Ambrosetti, docente di Diritto penale a Padova e, in qualità di consiglieri indipendenti, di Paolo Garonna, docente di Economia politica alla Luiss e presidente della Febaf (vedi a pagina XV) e di Luigi Mion, tra l’altro fondatore della rete di supermarket Eurospin, che fattura circa 3 miliardi di euro.

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