Il Decreto Rilancio prevede ai privati che ristrutturano di ottenere un bonus del 110%.
- lo sconto in fattura;
- la cessione del credito d’imposta alla banca.
Che cosa è lo sconto in fattura
Con lo sconto in fattura, l’impresa che esegue i lavori di ristrutturazione non chiede nessun anticipo e nessun pagamento al privato. Il credito, cioè il diritto al bonus fiscale del 110%, viene “ceduto” dal privato all’impresa edile che esegue i lavori. E sarà l’impresa a portare in detrazione lo sgravio.
Questa soluzione piace molto alle famiglie, che non spendono un euro, ma decisamente meno alle imprese, che invece non incassano nulla e possono solo “detrarre” dalle tasse per un decennio. Gli stipendi e i materiali, però, devono pagarli subito. Lo sconto in fattura è una soluzione praticabile per imprese molto grandi o con un business differenziato: viene effettuato, ad esempio, da alcune grandi catene di bricolage e articoli per l’edilizia. Per una piccola azienda edile, invece, lo sconto in fattura è decisamente poco praticabile.
Che cosa è la cessione del bonus 110% alla banca
Il privato che ristruttura, però, non deve necessariamente rassegnarsi a ricevere il 110% come detrazione fiscale in 5 anni. Ha una seconda scelta: cedere il credito d’imposta alla banca, mediante strumenti finanziari appositi. La banca copre l’intero importo dei lavori, con una linea di credito completamente a costo zero (di fatto, un prodotto finanziario dedicato proprio al bonus 110%). Il credito concesso dalla banca sarà usato solo ed esclusivamente per pagare i lavori di ristrutturazione.
In un secondo momento, a lavori conclusi e certificati, la banca restituirà al cliente una parte dei crediti ceduti. Non l’intero valore nominale, ma solo una percentuale, per quanto molto alta. Questo perché la banca incasserà i crediti ceduti dal cliente nel corso di 5 anni (per il Superbonus) o 10 (per altre agevolazioni fiscali), mentre il cliente riceve il denaro tutto e subito.
Diverse banche italiane hanno già lanciato prodotti e servizi dedicati ai privati che vogliono cedere il credito d’imposta legato al Superbonus 110%, o ad altre agevolazioni fiscali in vigore, oppure alle imprese che hanno concesso lo sconto in fattura e decidono di cedere il credito alle banche.
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