Codice Appalti, tra correttivi e continue polemiche
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È entrato in vigore alla fine di aprile scorso, ma le stazioni appaltanti sembrano ancora disorientate e, in generale, c’è troppo scetticismo sugli effettivi positivi del Codice degli Appalti in Italia. Qualche novità dovrebbe arrivare dagli annunciati correttivi al testo, su cui stanno spingendo associazioni di categoria e sindacati.

Qualcosa di buono c’è, ma è necessario apportare alcuni correttivi e, soprattutto, eliminare il concetto del massimo ribasso, così come inizialmente previsto. È questo, in sintesi, il giudizio di associazioni di categoria e sindacati superati i sei mesi dall’entrata in vigore del nuovo Codice Appalti, l’importante riforma di un settore che, come raccontato dallo staff di appaltitalia.it, rappresenta una fetta consistente dell’intera economia nazionale.

Basta offerte anomale. Uno dei nodi più critici è quello legato ai criteri di aggiudicazione della gara pubblica, dove, secondo il vice presidente dell’Ance, Edoardo Bianchi, è necessario eliminare definitivamente “il concetto di massimo ribasso, che va sostituito con l’esclusione delle offerte anomale attraverso il metodo antiturbativa per le gare sotto i 2,5 milioni di euro, in modo da evitare che con il massimo ribasso si facciano dei guadagni sui lavoratori o sulla qualità dei materiali o ci possano essere cartelli tra imprese”.

Troppi bandi di fascia bassa. La speranza, per il rappresentante delle associazioni edili, è “che arrivi entro fine anno un decreto correttivo che non contenga tantissime norme, ma vada a modificare quei due o tre aspetti che possano rendere efficiente l’applicazione del codice. È preoccupante che la categoria di bandi che è aumentata più di tutti è quella con importo fino a 150.000 euro, dove c’è molto più margine per diminuire la trasparenza da parte di chi non vuole rispettare le regole”, ha detto Bianchi.

Per i sindacati giudizio positivo. A fargli eco sono i sindacati, che però dichiarano in maniera congiunta che “il nostro giudizio sul nuovo codice degli appalti e contratti pubblici è sostanzialmente positivo. Abbiamo ottenuto alcuni importanti avanzamenti sui temi del lavoro, della trasparenza, della legalità, della qualificazione delle stazioni appaltanti e delle imprese”. Per quanto riguarda le difficoltà, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil spiegano che “alcuni temi necessitano di revisioni e di una maggiore attenzione in fase di stesura del Decreto Correttivo, in primis l’obbligatorietà della clausola sociale nei bandi di gara” e inoltre sottolineano “le problematiche occupazionali nel settore delle Concessioni, su cui permangono ancora numerose criticità” e confermano “il nostro impegno nel seguire lo sviluppo dei lavori del Governo e del Parlamento sulla riforma del Codice degli appalti e dei contratti pubblici”.

L’intervento di Delrio. Proprio il Governo ha parlato attraverso il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, che ha innanzitutto assicurato che l’esecutivo punta “ a fare alla svelta i decreti attuativi del nuovo codice degli appalti: con queste norme, a regime avremo la certezza di realizzare le opere nei tempi e nei modi giusti, ne sono certo”, ha detto il ministro. “Questo governo si è molto impegnato, con successo nell‘aumento dei bandi, ma il problema non sono i bandi ma di fare i lavori. Con il nuovo codice eviteremo che il 70% dei lavori pubblici finiscano in contenzioso e che dopo i bandi inizino concretamente i lavori”, ha concluso Delrio.

Cantone: attenzione al boicottaggio del Codice Appalti. Più critico (e criptico) il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, che ha lanciato un allarme sul fatto che “i Codici degli appalti, fatti bene, vengono sistematicamente boicottati da chi dovrebbe applicarli”, spiegando poi che “già oggi alcuni scontenti minacciano di provocare un passo indietro. Mi auguravo che con il nuovo codice dei contratti le cose cambiassero, ma contro le novità di questo codice è in atto un vero e proprio fuoco di sbarramento”. Cantone però ricorda che “sugli appalti pubblici siamo arrivati a un punto di non ritorno, i costi spesso schizzano, i tempi e la qualità dei lavori non rispondono alle esigenze”.

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