Coinvolgimento, network e partnership
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Un’intensa giornata di giovedì 15 dicembre all’insegna dell’innovazione ha animato il centro Eit Digital presso la Fondazione Bruno Kessler. Trento si è trasformata nell’ombelico europeo della trasformazione digitale affollato da oltre 30 start up che hanno presentato i prodotti e i servizi del futuro.

 

“Eit Digital cerca di annullare il gap tra conoscenza e mercato – afferma Roberto Saracco, direttore EIT Digital del Nodo italiano –. Aiutare le imprese a portare i prodotti innovativi sul mercato è l’obiettivo principale delle attività dell’Eit Digital. Sosteniamo le aziende nella ricerca di nuovi mercati, attraverso il nostro hub di San Francisco siamo in grado di trovare anche finanziamenti extra europei. Nel 2016, grazie a 70 milioni di euro di investimenti da parte dell’Unione Europea, più di 130 partner di tutta Europa hanno unito le forze per creare e fornire innovazione”.

 

Nel 2017 Eit Digital prevede invece di mobilitare 340 milioni di euro di investimenti a livello europeo, 84 milioni di euro provengono dall’Unione europea, mentre 60 milioni di euro sono mobilitati in Italia, grazie anche ai partner italiani e trentini.
“C’è fermento – spiega Marco Bicocchi Pichi, presidente di Italia Startup -. Anche in Italia è passato a livello culturale che se non c’è occupazione, si può provare a creare un lavoro. Il concetto di imprenditoria non è più legato esclusivamente al capitalismo oppure all’eredità famigliare dell’azienda. L’imprenditoria rappresenta inoltre un’opportunità di crescita. Si è anche affermata nei genitori che l’imprenditoria e l’abbandono del posto fisso non è una sconfitta, ma un’attività da supportare e incoraggiare”.

 

Eit Digital è un’organizzazione leader nell’innovazione digitale e nella formazione imprenditoriale, oltre che punto di riferimento della trasformazione digitale a livello europeo. Questo ente è impegnato nell’accelerare la transizione verso il digitale dei contesti urbani. In questa ottica ha attivato diverse attività di innovazione per fornire alle città piattaforme che integrino i sistemi attuali e li aprano alla creazione di applicazioni di terze parti, diventando il cuore dell’ecosistema digitale della smart city.

 

“In Italia sono stati registrati importanti progressi – continua Bicocchi Pichi – ma manca ancora il senso civico e il dialogo generazionale nel senso di aiutare, dare fiducia e spingere i neo imprenditori. In Italia siamo eccellenza quando si parla di volontariato e solidarietà, ma manca ancora pienamente quel senso di give back americano. Gli imprenditori affermati dovrebbero avere come missione quella di fornire le risorse e rischiare il 5% del patrimonio: 25 mila euro a loro non cambia nulla, ma darebbero grande respiro alle start up e cambierebbero il paese. Si dovrebbero concentrare sull’impatto sociale e sul migliorare l’Italia, che è proprietà di tutti”.

 

Un panel di alto livello, moderato dal giornalista Luca Orlando del Sole24Ore, ha discusso delle opportunità di trasformazione digitale e della crescita economica coinvolgendo gli attori chiave dell’ecosistema italiano e il corrispondente mutamento della pubblica amministrazione, dell’industria e delle imprese.

 

“L’obiettivo degli imprenditori maturi e affermati – conclude il presidente di Start up Italia – dovrebbe essere quello di far star meglio i propri figli e in questo momento è vero l’esatto opposto, per questo dovrebbero impegnarsi maggiormente per invertire questa tendenza, In Italia abbiamo molte eccellenze riconosciute a livello internazionale, ma che operano all’interno di un contesto più difficile, dove per raggiungere gli stessi risultati di una start up tedesca devi sudare il triplo. E’ giusto la selettività e la meritocrazia, ma la lotta deve essere alla pari. Non dimentichiamo però che rispetto al 2012 i provvedimenti e i progressi non sono mancati”.

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