Continua il periodo nero per le Borse mondiali
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Piazza Affari riconquista quota 16 mila punti, ma ha perso il -25% da inizio anno. L’Asia, orfana della Cina ferma per le festività del Capodanno lunare, perde altro terreno, mentre il Ftse 100 inglese, il Nikkei giapponese e l’Australia sono entrati in una fase ribassista.

L’indice di riferimento del mercato australiano, l’S&P/ASX 200, ha chiuso in calo dell’1,2% a quota 4.775,7 punti. Si trova più del 20% sotto di massimi di aprile 2015, quando le preoccupazioni su un atterraggio brusco dell’economia cinese e dei mercati emergenti hanno iniziato a tormentare le menti degli investitori.

I nuovi cali delle Borse di tutto il mondo hanno gettato nel panico i trader. Il broker e autore di Marcus Today, Marcus Padley, pensa che il sell off delle banche australiane è più legato alla paura di una nuova crisi globale che ai fondamentali del comparto che sono relativamente solidi, al contrario degli istituti di credito italiani e di Deutsche Bank.

“Ci sono i fondamentali ma c’è anche il sentiment, e la gente ha molta paura di un altro evento choc globale”, ha dichiarato Padley a ABC News Online.

Incertezze geopolitiche e monetarie si aggiungono ai timori di un rallentamento economio globale. Ad alimentare il nervosismo contribuiscono il crollo del petrolio e la situazione traballante del settore bancario europeo.

Oggi i titoli di Deutsche Bank, in calo del 39% da inizio anno, scambiano in rialzo del 4% circa dopo che ieri hanno toccato i minimi di sempre. I Cds, i contratti per assicurarsi contro un eventuale default, sono su livelli molto alti. L’istituto sta prendendo in considerazione un piano di buyback, secondo quanto riportato da Bloomberg.

Il petrolio è sempre in tensione, con il contratto sul Brent che ha perso il 53% in dodici mesi di tempo e al momento scambia sui 31 dollari al barile.

Sul valutario il dollaro scambia piatto, con gli investitori nel Forex che aspettano di conoscere il parere di Janet Yellen su economia e politica monetaria. La numero uno della Federal Reserve è chiamata a testimoniare al Congresso.

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