«Contratto ma non a tutti i costi»

Ancora nessun commento

In Abi «mai come oggi c’è stata una visione comune del Comitato esecutivo dei problemi che le banche hanno di fronte e della necessità di dare risposte adeguate che consentano la sostenibilità del settore». Parlando del rinnovo del contratto Alessandro Profumo, che guida la delegazione di Abi, sottolinea la complessità del momento e pur affermando una volontà negoziale forte, tuttavia specifica di lavorare «per concludere un contratto, ma non un contratto a qualsiasi prezzo e a qualsiasi costo. Abi deve avere l’occhio alla stabilità del sistema bancario nel lungo periodo. Quindi non possiamo modificare determinati punti di vista a fronte di eventi di breve periodo».

Insomma i banchieri non vivono il possibile sciopero di fine gennaio in maniera traumatica. Semmai sembrano essersi compattati ancora di più. Lo confermano le parole del presidente di Abi, Antonio Patuelli: «Condivido e apprezzo le dichiarazioni di Alessandro Profumo», ha detto ieri. E quindi oggi non sembra possano esserci sorprese dall’esecutivo che sarà chiamato a fare il punto sul negoziato dopo la rottura con i sindacati e a esprimersi sulla proroga della disdetta del 31 dicembre. L’orientamento emerso finora sarebbe mantenere la disdetta ma prorogare la disapplicazione almeno fino a marzo. Il sindacato confida nella lungimiranza dell’esecutivo. Per Lando Maria Sileoni (Fabi) l’occhio deve essere «alla stabilità dei posti di lavoro», mentre Agostino Megale (Fisac) ricorda che «rinnovare il contratto è un diritto dei lavoratori».
Per comprendere la complessità del momento Profumo cita come base di partenza il Rapporto 2014 sul mercato del lavoro nell’industria finanziaria. Che sia cambiato il quadro normativo e supervisorio del sistema, che i clienti stiano cambiando i loro comportamenti, che lo scenario macroeconomico non sia facile ha un impatto sul lavoro in banca. I concorrenti internazionali, come mostra il rapporto, sono stati molto più attivi e sono più avanti delle imprese italiane nei cambiamenti organizzativi e nei servizi alla clientela. Peraltro le banche italiane scontano un invecchiamento della popolazione e una concentrazione nelle fasce di inquadramento più alte. Il costo unitario del lavoro continua ad essere più elevato rispetto ad altri paesi, ma anche rispetto ad altre industrie. Tutto questo a fronte di uno scenario che vede tassi bassi e bilanci che si dovranno sgonfiare per necessità. E necessità è anche «continuare a lavorare sui costi. Per noi che abbiamo la responsabilità di gestire le imprese l’obiettivo è avere persone che abbiano un forte senso di appartenza e che abbiano chiara la prospettiva del lavoro che fanno», spiega Profumo. Il credito si è sempre contraddistinto per la capacità innovativa e anche questa volta l’obiettivo del contratto è innovare. Anche se non sempre il contesto ha agevolato il settore. Come è avvenuto per la staffetta generazionale e i contratti di solidarietà espansiva, rimasti al palo. La proposta di introdurre una regolamentazione che ne incentivi l’uso non ha infatti trovato seguito nell’iter parlamentare. Un altro degli italici paradossi.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI