Che cosa cambia per i consumatori e per le compagnie telefoniche dopo la delibera del Tribunale amministrativo regionale?
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E’ quello che si stanno chiedendo utenti, aziende e addetti ai lavori. Ecco che cosa ha stabilito il Tribunale amministrativo regionale e gli effetti concreti.

LA DECISIONE

Ok al provvedimento dell’Agcom sulle bollette mensili e rimborsi ai consumatori per ora fermi, almeno fino al prossimo ottobre. Sono queste in sintesi le due decisioni fondamentali che emergono dalla sentenza del Tar. Vediamo i dettagli.

LA QUESTIONE RIMBORSI

Congelato l’obbligo di rimborso automatico per gli utenti di telefonia fissa relativo alla fatturazione delle compagnie a 28 giorni che sarebbe dovuto partire ad aprile. Così ha deciso il Tar sui ricorsi presentati da Vodafone e Wind rinviando alla trattazione di merito. La sentenza ha invece respinto definitivamente l’impugnazione da parte delle società della delibera Agcom che stabiliva il ritorno nella telefonia fissa alla fatturazione su base mensile.  Oltre alla multa (1,16 milioni a testa) quelle delibere contenevano un meccanismo “ripristinatorio”: lo storno dalla prima “bolletta” emessa con cadenza mensile di quanto pagato in più dagli utenti per i giorni “erosi” a partire dal 23 giugno. A partire da quella data, infatti, le compagnie telefoniche avrebbero dovuto adeguarsi alle disposizioni Agcom. Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb (le compagnie colpire dal provvedimento Agcom) hanno però continuato ad andare avanti come se nulla fosse in attesa del responso del Tar.

LA TEMPISTICA

Entro fine mese il tribunale si esprimerà anche sui ricorsi di Telecom e Fastweb. In particolare il tribunale ha accolto il ricorso con cui le aziende chiedevano, in sede cautelare, di sospendere l’obbligo di rimborso automatico che riguarda le bollette emesse dal 23 giugno scorso, data entro la quale secondo l’Autorità presieduta da Angelo Cardani gli operatori avrebbero dovuto ritornare alla bollette su 30 giorni. La sospensione vale fino all’udienza di merito fissata per il 31 ottobre prossimo. Il tribunale, si legge nella decisione, ha stabilito “che sussistono le condizioni per sospendere la delibera impugnata nella parte che ha ad oggetto il pagamento degli importi corrispondenti al corrispettivo per il numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in termini di erogazione del servizio a causa del disallineamento fra ciclo di fatturazione quadrisettimanale e ciclo di fatturazione mensile”.

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