Dal Gas un sollievo al saldo commerciale. Crollano gli acquisti dalla Russia
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Non un caso ma l’avvio di un trend. L’avanzo commerciale di novembre viene infatti confermato dall’Istat anche per l’ultimo mese dell’anno, dove si iniziano a vedere i primi segnali concreti della discesa del prezzo del gas.

Dal lato delle vendite (si veda il sole 24 Ore del 16 febbraio) i dati confermano la forza del Made in Italy, che chiude l’anno al nuovo record storico di vendite, oltre i 620 miliardi di euro, 104 in più rispetto all’anno precedente.

Il rallentamento di dicembre (+13,5%) cambia di poco la media, che vede un progresso di 20 punti. A far lievitare le vendite è comunque soprattutto l’effetto inflattivo sui listini, con i valori medi unitari a crescere nel 2022 proprio di 20 punti mentre i volumi sono fermi, in crescita di appena lo 0,1%. Divaricazione che a dicembre diventa ancora più evidente, con valori unitari a progredire del 16,3% mentre i volumi sono in calo del 2,4%.

Crescita corale quella italiana, quasi identica tra mercati Ue ed Extra-Ue e ben distribuita anche tra beni di consumo (+19,9%), strumentali (+13%) e intermedi (+20,2%), con crescite a doppia cifra che si manifestano in ogni settore dell’economia ad eccezione delle auto, comunque in progresso di otto punti.

La novità principale degli ultimi mesi, come detto, è però dal lato degli acquisti, in particolare per l’energia. Se in estate la spesa mensile per importare gas e greggio era arrivata a sfiorare i 15 miliardi, ottobre, novembre e dicembre tornano attorno a quota 11, consentendo qualche sollievo alla nostra bilancia commerciale.

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