Ddl concorrenza, è caos totale
Renzi: troppe banche e poco credito, vareremo un provvedimento

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Commercialisti e notai contro avvocati, farmacisti e gestori dei fondi pensione in rivolta, critiche dalle professioni tecniche e dagli stessi avvocati; quelli che protestano di meno sono gli assicuratori che chiedono, attraverso l’Ania, misure più stringenti sulle frodi e più chiarezza sulle tabelle dei risarcimenti. Per alcuni (i farmacisti palermitani di Federfarma) rischia di essere un regalo ai capitali della criminalità organizzata (stante la nuova possibilità di soci di puro capitale e la contestuale crisi del settore che rende molto facilmente vulnerabili gli esercizi), per altri (Assofondipensione)un provvedimento che con la “portabilità” farà dei lavoratori aderenti ai fondi chiusi un «terreno di caccia» ; per (quasi) tutti l’ennesima tappa dell’attacco ai già scarnificati redditi delle professioni con la speranza che Governo e Parlamento cambino strada.

Non avrà vita facile in Parlamento il Ddl sulla concorrenza varato il 20 febbraio scorso dal Consiglio dei ministri anche perché dovrà superare il fuoco di sbarramento di gruppi di pressione che certamente si faranno sentire. A partire dai notai che è la categoria forse più “colpita” dal provvedimento: proprio ieri il Consiglio del notariato ha chiesto un incontro urgente al ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Il Ddl, infatti, prevede l’eliminazione del controllo preventivo di legalità del notaio per le transazioni relative a beni immobili a uso non abitativo fino a 100mila euro di valore catastale – una quota ben superiore al 50% delle compravendite di settore secondo stime attendibili – e la costituzione di alcune tipologie di società (srl semplificata e società semplici). Il tutto, si legge in una nota del Consiglio nazionale, «con potenziali effetti distorsivi della concorrenza, che alterano il mercato e creano condizioni di svantaggio competitivo in danno dell’utenza». Dal canto suo secondo il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, questo Ddl consegna il mercato dei servizi professionali «ai grandi gruppi industriali e alle banche» , non considera «lo stato di crisi del comparto delle professioni» e va verso la «massificazione dei servizi professionali attraverso il massiccio ricorso al capitale». Senza considerare il rischio dei mancati controlli antiriciclaggio, visto che il 91% delle segnalazioni arrivano proprio dai notai.
Ma a sottolineare problemi, seppure su fronti opposti, anche avvocati e commercialisti. Infatti, anche se i legali hanno “incassato” la possibilità di stipulare atti di compravendita immobiliare per il non abitativo e sotto i 100mila euro di valore catastale e guardano con interesse alla possibilità di società multiprofessionali (pur lamentando la non concertazione con il Governo), gli avvocati sono molto critici rispetto all’obbligo di preventivo («impossibile fare previsioni attendibili visto i tempi e le storture della giustizia», si legge in una nota) e criticano il “pacchetto” Rc auto che tra l’altro prevede l’obbligo di indicare i testimoni, in caso di incidenti con soli danni alle cose, non oltre il momento della denuncia. Ancora più dura la contestazione dei commercialisti. «Si tratta – spiega il presidente del Consiglio nazionale, Gerardo Longobardi – di un provvedimento che penalizza alcune professioni a scapito di altre e che certamente danneggia il consumatore». Sotto tiro, in particolare, la norma che prevede la possibilità di semplificare il trasferimento di beni immobili a uso non abitativo, estendendo l’autenticazione della sottoscrizione dell’atto ai soli avvocati. «Non si comprende – attacca Longobardi – perché siano stati esclusi dalla previsione normativa i commercialisti che, abilitati alla difesa tributaria dei contribuenti, già autenticano la firma di questi ultimi e che sono delegati alle operazioni di vendita dei beni immobili nel processo esecutivo». Molto negativo il giudizio dei commercialisti sulle nuove norme relative agli atti di trasferimento delle partecipazioni di Srl, una deregulation che, secondo i professionisti, mette a rischio certezza e qualità del servizio ora fornito solo da notai e commercialisti.
Infine, la rete delle professioni tecniche, con il coordinatore Armando Zambrano, contesta l’apertura alle società di ingegneria del mercato privato: una scelta che, stante i molti meno oneri delle società di ingegneria (nessun obbligo di assicurazione professionale, aggiornamento continuo per i propri soci, preventivo ed esercizio in via esclusiva dell’attività professionale da parte dei soci) «avrebbe l’effetto di cancellare dal mercato le società tra professionisti».

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