È fissato al 30 giugno il termine per il pagamento dell’ Imposta regionale sulle attività produttive
Per dipendenti, pensionati e partite IVA è tempo di calcolare le somme dovute al fisco, sulla base di redditi dichiarati, detrazioni e deduzioni spettanti.
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Per dipendenti, pensionati e partite IVA è tempo di calcolare le somme dovute al fisco, sulla base di redditi dichiarati, detrazioni e deduzioni spettanti.

Come di consueto, il primo acconto delle imposte sui redditi potrà essere differito e versato entro la scadenza del 31 luglio, così come sarà possibile rateizzare le somme dovute e pagare saldo e primo acconto in un massimo di sei quote, da concludersi entro il 30 novembre.

Non vi sono quindi particolari novità in merito alla scadenza di saldo e primo acconto delle imposte sui redditi. Si parla però di una possibile proroga della scadenza del 30 giugno 2023, che potrebbe interessare le partite IVA che applicano gli ISA.

Ad evidenziarne la necessità è l’Associazione Nazionale dei Commercialisti, ai fini del rispetto delle tutele previste dallo Statuto del contribuente.

Imposte sui redditi, prima scadenza il 30 giugno 2023 per IRPEF, IRES e IRAP. Proroga in arrivo?

versamenti delle imposte emerse dalla dichiarazione dei redditi, ossia il saldo e il primo acconto di IRPEF, IRES, IRAP e imposte sostitutive 2023, devono essere effettuati entro la scadenza del 30 giugno.

Come di consueto, i pagamenti possono essere differiti di trenta giorni previa maggiorazione delle somme da versare dello 0,40 per cento e in tal caso la scadenza da rispettare è fissata al 31 luglio (il termine ordinario del 30 luglio cade di domenica ed è quindi soggetto a proroga automatica).

Questa la prima regola da tenere a mente in merito alla scadenza delle imposte sui redditi fissata al 30 giugno 2023, appuntamento che chiama alla cassa lavoratori dipendenti, pensionati e in primo luogo titolari di partita IVA.

Saldo e primo acconto delle imposte sui redditi, così come i contributi previdenziali eccedenti il minimale, possono essere versati anche mediante rateizzazione, in un massimo di sei quote da versare entro il mese di novembre.

Due i calendari delle scadenze da tenere a mente, differenziati per non titolari e titolari di partita IVA.

Nello specifico, per i non titolari di partita IVA le scadenze in caso di rateizzazione di saldo e primo acconto delle imposte sui redditi 2023 sono le seguenti:

RATAVERSAMENTOINTERESSI %VERSAMENTO (*)INTERESSI %
30 giugno0,0031 luglio0,00
31 luglio0,3331 luglio0,00
31 agosto0,6631 agosto0,33
2 ottobre0,992 ottobre0,66
31 ottobre1,3231 ottobre0,99
30 novembre1,6530 novembre1,32

(*) In questo caso l’importo da rateizzare deve essere preventivamente maggiorato dello 0,40 per cento.

Per i titolari di partita IVA il calendario delle scadenze è invece il seguente:

RATAVERSAMENTOINTERESSI %VERSAMENTO (*)INTERESSI %
30 giugno0,0031 luglio0,00
17 luglio0,1821 agosto0,18
21 agosto0,5118settembre0,51
18 settembre0,8416 ottobre0,84
16 ottobre1,1716 novembre1,17
16 novembre1,50

(*) In questo caso l’importo da rateizzare deve essere preventivamente maggiorato dello 0,40 per cento.

In caso di rateizzazione delle imposte sui redditi in scadenza il 30 giugno 2023 è necessario aggiungere all’importo dovuto gli interessi del 4 per cento annuo, a partire dal giorno successivo alla scadenza della prima rata e fino a quella successiva.
In caso di pagamento entro il 31 luglio, le somme dovute dovranno essere preventivamente maggiorate dello 0,40 per cento.

Per le imposte risultanti dalla dichiarazione dei redditi che non superano ciascuna l’importo di euro 12,00, non vanno effettuati i versamenti né la compensazione delle singole imposte (IRPEF e addizionali).

Proroga imposte sui redditi 2023 per le partite IVA? A richiederla è l’ANC: decreto ISA in ritardo

Immutate quindi le regole per il pagamento delle imposte emerse dalla dichiarazione dei redditi 2023, ma in vista della scadenza del 30 giugno non si escludono novità.

In particolare, sono le partite IVA soggette all’applicazione degli ISA, gli Indici sintetici di affidabilità fiscale, i contribuenti per i quali non si esclude al momento un rinvio dei termini di saldo e primo acconto.

Il motivo è legato al ritardo con il quale è stato pubblicato il decreto ministeriale con i correttivi per l’anno d’imposta 2022, come evidenziato dall’ANC, l’Associazione Nazionale dei Commercialisti.

Nel comunicato stampa del 19 maggio si evidenzia che il decreto MEF sui correttivi anticrisi è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 maggio, nettamente in ritardo se si considera quanto previsto dallo Statuto del contribuente.

La norma prevista dall’articolo 3, comma 2 della legge 212 del 2000dispone infatti che le disposizioni tributarie devono prevedere adempimenti a carico del contribuente con scadenza non inferiore ai 60 giorni dalla data della loro entrata in vigore, disposizione ad oggi disattesa se si considera il termine del 30 giugno per il versamento delle imposte 2023.

Secondo l’ANC non si tratta di una novità, considerando che:

“lo Statuto del Contribuente è una legge tra le più disapplicate del nostro ordinamento, anche in questa circostanza.”

L’appello al MEF è quindi di intervenire e disporre la proroga della scadenza di saldo e primo acconto di IRPEF, IRES e IRAP per le partite IVA che applicano gli ISA, prevedendo in particolare la possibilità di effettuare i versamenti entro il 31 luglio senza la maggiorazione dello 0,40 per cento.

La proroga della scadenza di fine giugno si fa quindi plausibile, considerando che come evidenziato dal Presidente Cuchel ci sono stati “segnali incoraggianti” circa la possibilità di dialogo tra professionisti, politica e istituzioni.

Si resta pertanto in attesa di sviluppi.

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