Fase test per gli studi professionali
disoccupazione

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«Gli studi professionali possono essere un valido banco di prova per l’attuazione dei decreti delegati del jobs act, ma soprattutto rappresentano un punto di riferimento all’interno del mercato del lavoro per sperimentale innovativi modelli contrattuali tesi alla creazione e alla stabilizzazione di posti di lavoro». È uno dei passaggi chiave dell’intervento del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, presso la commissione lavoro delle camera dove si è svolta lo scorso 21 aprile l’audizione della Confederazione italiana libere professioni su altri due decreti legislativi del jobs act relativi alle misure di conciliazione delle esigenze di cura, vita e lavoro e al riordino delle tipologie contrattuali e revisione della disciplina delle mansioni.

Dopo aver sottolineato la necessità di un approccio condiviso con tutte le forze sociali del paese per raggiungere gli obiettivi di crescita, Stella ha illustrato al presidente della commissione Cesare Damiano e ai rappresentanti dei gruppi parlamentari della camera intervenuti in audizione come il settore degli studi professionali, nonostante le difficoltà congiunturali, sia all’avanguardia nell’applicazione di innovative forme e opportunità di lavoro rese possibili dal mutato contesto economico e normativo sul fronte occupazionale. «Con l’ipotesi di rinnovo del Ccnl degli studi professionali, sottoscritto da Confprofessioni con le organizzazioni sindacali di categoria lo scorso 17 aprile», ha spiegato Stella, «abbiamo adottato una moderna regolazione dei rapporti di lavoro e un nuovo assetto del welfare nell’ambito delle attività professionali. Oltre a una piena disciplina delle ipotesi di flessibilità abbiamo introdotto disposizioni dirette a sostenere nuove assunzioni stabili, mediante la maturazione progressiva di diritti e tutele che potrà anche accompagnare gli istituti di recente messi a disposizione dal legislatore».

E proprio sulle politiche di welfare il presidente di Confprofessioni ha insistito, sottolineando come all’interno dell’ipotesi di accordo di rinnovo contrattuale «le prestazioni previste dagli strumenti della bilateralità saranno estese a tutti coloro che operano all’interno di uno studio professionale siano essi professionisti, collaboratori o lavoratori subordinati. Intendiamo in questo modo perseguire la logica dell’inclusività universale e l’intesa raggiunta con le oo.ss. dimostra ancora una volta come i liberi professionisti siano in prima linea nel fornire strumenti concreti e innovativi che possano migliorare l’organizzazione e il contesto lavorativo all’interno di un comparto profondamente segnato da una crisi economica senza precedenti», ha aggiunto Stella.

«Senza voler peccare di presunzione, pensiamo che il modello contrattuale degli studi possa rappresentare un modello virtuoso nell’ambito della contrattazione e delle relazioni industriali. E anche per questo motivo riteniamo che l’apporto dei professionisti al riordino delle tipologie contrattuali e alle misure di conciliazione di vita e lavoro siano di fondamentale rilievo per lo sviluppo del paese».

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