Fimaa ha depositato presso l’Antitrust un esposto in merito alle banche/agenzia immobiliari
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Le banche che si apprestano ad entrare nel mercato immobiliare non possono considerarsi mediatori e di fatto non lo sono, non essendo ‘terze’ nei confronti dei clienti-consumatori, di cui conoscono condizioni economico-patrimoniali e abitudini. La costituzione delle società di intermediazione delle banche (Unicredit, Intesa Sanpaolo ed altre) contrasta, pertanto, irrimediabilmente con i principi che sono alla base delle norme che regolano la mediazione.

“La terzietà è il requisito cardine alla base del rapporto di mediazione: se essa viene meno, – commenta Valerio Angeletti, Presidente Nazionale Fimaa-Confcommercio (Agenti immobiliari – Mediatori Merceologici – Mediatori Creditizi – Agenti in Attività Finanziaria) – non si può assolutamente definire tale rapporto come di mediazione né definire il soggetto che opera nei confronti delle due parti (acquirente e venditore) come mediatore”.
Gli istituti di credito, infatti, intendono impadronirsi del mercato degli immobili mettendo di fatto al servizio delle loro società di intermediazione immobiliare gli stessi dipendenti delle banche per contattare i clienti, promuovere la mediazione degli immobili e rimpinguare così il proprio portafoglio commerciale.

Con questo sistema, lo scopo delle banche è quello di occuparsi dell’intera filiera dell’immobiliare: dall’acquisizione, alla compravendita dell’immobile, all’erogazione del mutuo. Magari offrendo agevolazioni, in odore di concorrenza sleale, che schiaccerebbero gli unici soggetti che garantiscono la terzietà tra acquirente e venditore e cioè gli agenti immobiliari e i mediatori creditizi.

Unicredit, a inizio anno, per esempio ha dichiarato di aver collocato nel mercato circa 10mila unità immobiliari.

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