Foodtech: e se la carne venisse fatta senza carne?
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Il mondo del food sta già cambiando. In pochi anni potremo assistere a cose straordinarie. Per esempio, alla produzione di carne di origine non animale. 

Il mondo del food, a breve, potrebbe non essere più lo stesso. E neppure in un futuro così lontano. Il mondo della tecnologia pensa al presente e si proietta già nel futuro, perché oggi, quella della carne, è una questione di enorme importanza. In 100 anni, il numero della popolazione mondiale è passato da circa 1,5 miliardi a ben 6,1 miliardi, un dato che fa pensare, soprattutto se rapportato al numero di risorse sul nostro pianeta. Nonostante il numero di vegani e vegetariani sia cresciuto e sia sempre più in crescita, il numero della popolazione che si nutre quotidianamente di carne è altissimo e, soprattutto, lo fa in modo estremamente sconsiderato. Il livello di consumo di carne è aumentato in modo spropositato negli ultimi decenni, parliamo di più di 60miliardi di animali macellati ogni anno in tutto il mondo, ed è chiaro che è sempre più difficile fare affidamento all’attuale sistema di reperimento delle proteine animali. Per non parlare dell’impatto ambientale. Quando si parla di allevamenti non si può far altro che pensare a quanto il settore della produzione della carne abbia influito negativamente sul pianeta e sullo stile di vita della popolazione.

Foodtech: un nuovo modo di mangiare la carne

Se vi dicessimo che sono in arrivo nuove tecnologie in grado di produrre carne senza allevare gli animali, ci credereste? Se la risposta è positiva, avete indovinato. In fondo, lo aveva già predetto Churchill, in uno scritto del 1931: «Dovremmo abbandonare l’assurdità di allevare un intero pollo per mangiarne solo il petto o l’ala, producendo queste parti separatamente attraverso un sistema innovativo »

E non si parla neppure di un futuro lontano. Parliamo di anni, circa una decina, in cui assisteremo a cose inimmaginabili e vivremo in modo totalmente diverso. Quello del foodtech sta già diventando uno dei settori più interessanti e seguiti in assoluto. Sono già sul campo diverse startup, finanziate da Fondi di Venture Capital, che hanno già messo in moto un meccanismo di produzione totalmente originale. Una di queste è Impossibile Foods, una società nata 13 anni fa, che produce carni e formaggi dalle piante. Quest’azienda è in grado di produrre 4 milioni di hamburger di carne di origine vegetale in un mese. Niente male, eh?

Foodtech anche in Italia?

Quella del mercato foodtech è una rivoluzione che parte dall’America e che è già stata apprezzata da diversi Paesi. I Fondi di VC non guardano all’area geografica e si fanno promotori di una crescita globale. Insomma, non esistono confini per cominciare ad investire su un futuro in cui cibo e innovazione possano camminare sullo stesso filo del progresso. L’Italia, però, è uno di quei Paesi legato profondamente alla cultura del cibo, che tende a non mollare la presa quando si tratta di tradizione e gastronomia. Immaginate se l’Italia partecipasse attivamente a questo processo rivoluzionario. Sarebbe in grado di influenzare positivamente la nascita di un nuovo modo di vedere il cibo. A Parma esiste già un’azienda, che sviluppa ingredienti naturali con tecnologie molto simili a quelle utilizzate dalle società della Silicon Valley, il suo nome è Hi-Food.

Sono tante le opportunità da cogliere. L’Italia sarà in grado di superare le barriere della tradizione e di rendere il Made in Italy un prodotto tech? Non possiamo far altro che stare a guardare.

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