Al programma per la riforma sostenibile dell’industria della moda aderiscono altre 24 holding, così i marchi rappresentati, in questo modo, diventano 250.
I nuovi arrivati
In linea con la volontà di rappresentanza trasversale del Fashion Pact, gli ultimi aderenti provengono da tutti i segmenti e dall’intera filiera manifattura–design–distribuzione. Ci sono, ad esempio, la griffe Bally e le calzature Eram, il retail tradizionale de El Corte Inglés e quello digitale di Farfetch, gruppi del tessile che vantano rare e complesse incursioni nella pelle come Calzedonia.
Road Map
Non solo firme. Mentre LVMH procede in parallelo con il suo progetto LIFE, i promotori del Fashion Pact si sono appena riuniti a Parigi per parlare del da farsi. “In occasione di questa prima sessione operativa – recita il comunicato diramato dal gruppo Kering –, sono stati affrontati i temi relativi alla governance del Fashion Pact, l’organizzazione del lavoro tra i membri della coalizione, nonché la definizione in obiettivi concreti degli impegni presi dai firmatari”. Appuntamento ora per settembre 2020, quando le aziende coinvolte presenteranno la prima relazione sul lavoro svolto.