L’industria si schiera contro la tassa sull’imballaggio in plastica

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Sacchetti di plasticaI tre presidenti delle associazioni europee di industrie plastiche Renato Zelcher, Javier Constante e Ton Emans hanno concordato una posizione comune contro la tassa introdotta dal governo sull’imballaggio in plastica che andrà in vigore a Giugno 2020, paventando danni per le aziende e l’occupazione, oltre al trasferimento dei maggiori oneri sui consumatori finali.

L’Italia è il secondo maggior produttore di articoli in plastica dopo la Germania – si legge in una nota – e la tassa metterebbe a repentaglio duemila piccole e medie aziende del settore che danno lavoro a 50.000 addetti, come ha anche ricordato il sindacato dei lavoratori chimici Filctem Cgil, mentre la Federazione nazionale dei consumatori (Federconsumatori) stima che la plastics tax italiana potrebbe portare ad un aumento della spesa delle famiglie di ben 140 euro all’anno.

Renato Zelcher che oltre ad essere presidente della federazione europea dei trasformatori di materie plastiche è anche AD di Crocco, azienda italiana attiva nel packaging flessibile – ritiene che la nuova tassa possa minare la sopravvivenza di un settore di eccellenza, penalizzando i prodotti e non i comportamenti e, nei fatti, rallentando tutti gli sforzi compiuti in questi anni per rendere la plastica più circolare. Inoltre, osserva Zelcher, gli imballaggi in materiale plastico sono fondamentali per evitare sprechi alimentari, abbassare i costi di trasporto, risparmiare energia e ridurre le emissioni di CO2. I materiali alternativi, molto spesso, hanno un impatto ambientale peggiore in quanto più pesanti e ingombranti rispetto in quelli prodotti con materiali polimerici.

Le associazioni sottolineano anche l’impegno preso dall’industria europea di settore per raggiungere l’obiettivo di 10 milioni di tonnellate di plastica riciclata da immettere sul mercato, come richiesto dalla Commissione europea. “È un obiettivo molto ambizioso, ma raggiungibile e richiederà ingenti investimenti nell’intera filiera – si legge nella nota diramata da EuPC, PlasticsEurope e PRE – e non è con i divieti o tassando le plastiche che questo processo può essere accelerato. Al contrario, peserà molto sul nostro settore, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro in un momento in cui già affrontiamo una crisi economica in Europa”.

“La nostra industria – conclude la nota – sta già facendo la sua parte: ribadiamo la volontà di lavorare con l’intera filiera per raggiungere l’ambizioso obiettivo che entro il 2025, 10 milioni di tonnellate di plastica riciclata troveranno una nuova vita in prodotti distribuiti sul mercato UE”.

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