Fuga di capitali da Italia, da luglio via 79 miliardi
Rientro capitali, costi sensibili

Ancora nessun commento

Da luglio gli investitori di capitali hanno tolto 79 miliardi di euro dal sistema italiano.

Lo rivela il banchiere privato Paolo Cardenà nel suo blog, citando i saldi dell’Italia sul sistema Target 2, che sarebbero in netto peggioramento da allora.

Target 2 è il sistema di compensazione dei pagamenti tra le banche commerciali e le rispettive banche centrali dei paesi dell’Eurozona, con la supervisione finale della Bce.

“Come potete osservare dal grafico e dall’immagine proposta sotto, dallo scorso luglio il saldo dell’Italia sul sistema Target2 è peggiorato di quasi 80 miliardi di euro arrivando a 208 miliardi, che si confrontano con gli 289 miliardi di euro raggiunti al culmine della crisi durante l’estate del 2012”, dice Cardenà.

Ciò che sta accadendo è che “la Banca d’Italia ha aumentato il suo conto corrente presso l’Eurosistema”, nel tentavio di “compensare la fuga di capitali da parte di investitori stranieri”. Le banche commerciali italiane si servono infatti del denaro di Bankitalia “principalmente per pagare il loro debito estero privato”.

“Come potete notare il saldo dell’Italia aveva subito un robusto miglioramento da settembre del 2012, proprio in occasione della creazione degli OMT da parte della Bce. Le misure di Outright Monetary Transaction sono operazioni monetarie che consistono nell’acquisto diretto da parte di Francoforte di titoli di stato.

Cardenà ricorda che sulla legittimità dell’OMT pende il giudizio della Corte di Giustizia Europea. “Domani è atteso il parere (non vincolante) della Corte di Giustizia che, entro i successivi 6 mesi, dovrà stabilire se il piano OMT, andando oltre il mandato della Bce, sarà da considerarsi illegittimo”.

Secondo Cardenà “è altamente improbabile che la Corte si esprima in senso contrario all’OMT”. Tuttavia resta il fatto che “un eventuale parere negativo potrebbe modificare significativamente il quadro entro il quale la Bce potrà agire” in occasione della prossima riunione del 22 gennaio.

Riunione che potrebbe anche segnare l’annuncio di un nuovo programma di
Quantitative Easing, anche se la vicinanza stretta con le elezioni generali in Grecia (tre giorni dopo), spingono gli analisti a credere che sia più realistico che i dettagli del piano definitivo vengano resi noti più avanti, indicativamente verso marzo.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI