Lo spettro di un razionamento di Gas dalla Russia all’Europa si fa sempre più concreto. L’Italia e l’Europa si stanno avvicinando sempre più verso una “crisi energetica gravissima”, come è stata definita da Roberto Garofoli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
E da Bruxelles arriva il tweet della Commissione Ue: “Putin continua a usare l’energia come un’arma. Dodici Paesi dell’Ue sono già direttamente interessati. Riempire le nostre capacità di stoccaggio del gas prima di questo inverno può aiutarci a prepararci a eventuali ulteriori interruzioni e tagli delle forniture di gas”.
Il vicecancelliere tedesco, Robert Habeck, non ha nascosto nei giorni scorsi la sua forte preoccupazione per il fatto che Mosca possa utilizzare i lavori di manutenzione del gasdotto per interrompere completamente la fornitura di gas verso la Germania. Sabato all’emittente Deutschlandfunk ha parlato di uno “scenario da incubo”: “Tutto è possibile, tutto può succedere. È possibile che fluisca di nuovo più gas, anche più di prima. Ma può anche succedere che non arrivi proprio niente”.
“Sinceramente, dobbiamo sempre prepararci al peggio e lavorare un po’ per il meglio”, ha concluso Habeck.
Il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, ha spiegato a sua volta che l’annunciata rinazionalizzazione del colosso energetico Edf servirà proprio ad agire più rapidamente dinanzi a una crisi che rischia di diventare “un problema notevole, il taglio totale delle forniture di gas è lo scenario più probabile”.
Anche il nostro Paese sta freneticamente accumulando riserve.Secondo Garofoli “abbiamo 16 miliardi di metri cubi di stoccaggio a fronte dei 70 che consumiamo. Dobbiamo arrivare al 90% prima che inizi l’autunno”.
La scorsa settimana il ministro per la transizione ecologica Cingolani in una intervista aveva affermato che nel settore “ogni anno dobbiamo accumulare più di 10 miliardi di metri cubi gas per l’inverno, quando ci sono i picchi di consumo”, ed “è una corsa, perché con la guerra in Ucraina il grande fornitore dell’Europa, la Russia, ha chiuso i rubinetti”.
Era “un po’ un suicidio” dipendere “per il 40% del gas dalla Russia. Scoppiata la guerra abbiamo sostituito questi 30 miliardi dimetri cubi di gas con 25 miliardi da sei fornitori diversi. Perché abbiamo potuto decidere questa riduzione di cinque miliardi di gas? Perché li sostituiamo con le rinnovabili, che col Pnrr abbiamo accelerato”.
Sul gas importato dalla Russia, l’Italia paga “vent’anni di errori sula gestione energetica, ideologismi di tutti i tipi. Abbiamo consumato lo stesso gas, riducendo il nostro e importandolo dai russi”. Quindi riguardo alle rinnovabili “ci abbiamo visto giusto”.
Intanto il Canada ha deciso di restituire le turbine destinate al gasdotto russo Nord Stream alla Germania per alleviare la crisi energetica con la Russia, nonostante le suppliche dell’Ucraina di non “sottomettersi al ricatto del Cremlino”. Ma “le sanzioni Ue non si applicano ai beni o alla tecnologia legata al trasporto del gas”. Così ha risposto un portavoce della Commissione Ue commentando la decisione del governo canadese di far rientrare le turbine impiegate nel Nord Stream 1 e bloccate in Canada dopo la manutenzione. Il portavoce ha anzi sottolineato che il blocco delle turbine “era una delle scuse” usate dalla Russia per “ridurre le consegne di gas”.
Le turbine sono attualmente nelle officine del Gruppo Siemens vicino a Montreal, in Quebec, bloccate per la manutenzione. “Il Canada concederà a Siemens un permesso revocabile e limitato nel tempo per consentire alle turbine Nordstream 1 riparate di tornare in Germania, supportando la capacità dell’Europa di accedere a energia affidabile e conveniente”, ha affermato il ministro delle risorse naturali del Canada, Jonathan Wilkinson, che ha aggiunto: “Senza la necessaria fornitura di gas naturale l’economia tedesca avrà difficoltà molto significative e gli stessi tedeschi potrebbero non essere in grado di riscaldare le loro case con l’avvicinarsi dell’inverno”.