Generali, Greco presenta la svolta

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La giornata feriale diraderà la presenza degli storici soci triestini all’assemblea delle Generali che, invariabilmente, si svolgeva il sabato? Da quest’anno si cambia come molto è già cambiato dall’arrivo del nuovo Ceo Mario Greco che ha scelto per il meeting una data feriale (martedì prossimo) più consona alle esigenze degli investitori istituzionali, soprattutto esteri.
Quest’anno l’affluenza di quest’ultimi all’assemblea segnerà probabilmente un record (collocandosi oltre il 10% del capitale sociale). È un segnale d’interesse in più per la nuova gestione di Greco arrivato a Trieste il primo agosto. In questi nove mesi, appunto, molto è stato innovato nella struttura, nella governance, nella strategia e nelle ambizioni del Leone. Ed anche il titolo si è mosso salendo da 10,27 euro di agosto ai 13,57 di venerdì scorso. Sulla ripresa ha influito anche il miglioramento dello spread Btp-Bund che si è ristretto nello stesso periodo da 457 a 285 punti base. Generali sono grandi investitori di titoli di stato italiani (un portafoglio di 55,2 miliardi a fine 2012) e ogni qualvolta sale la tensione sul rischio Italia le quotazioni del Leone ne risentono.
Greco ha innanzitutto cambiato la squadra. Con lui sono arrivati nuovi manager (il Cfo Alberto Minali, il Cro Sandro Panizza, il capo degli investimenti Nikhil Sniravasan). Non c’è stata, però, l’epurazione che molti si aspettavano. Sergio Balbinot non è più presente in Cda ma è il responsabile di tutte le attività assicurative. All’ex Cfo Raffaele Agrusti è stato affidato il ruolo di country manager per l’Italia e un compito impegnativo: realizzare il riordino delle attività del Leone nella penisola. Soprattutto è cambiato il baricentro del gruppo. In precedenza Generali si caratterizzava per una struttura verticistica in cui il processo decisionale era filtrato da molti passaggi. Ora attorno al Ceo c’è un Group Management Committee formato dai primi 10 top manager, nelle cui mani riposa la gestione aziendale. A rappresentarli in Cda è ora soltanto Greco e il nuovo board che l’assemblea è chiamata ad eleggere sarà più ristretto (da 19 a 11 poltrone) e parlerà quasi unicamente italiano (l’unica presenza straniera sarà quella di Vincent Bolloré), ciò che per Generali rappresenta una novità.
Dopo la squadra sono arrivati i nuovi indirizzi strategici presentati a gennaio con il nuovo piano industriale. Ora il business della compagnia è per tre quarti orientato sul settore vita. Nel 2015 la metà dei profitti operativi del gruppo giungeranno invece dai rami danni e con la decisione di esplorare nuove direzioni si spiega anche la recente costituzione di un’unità globale per lo sviluppo delle coperture assicurative delle grandi e medie imprese (corporate).
L’altra priorità indicata dal nuovo management è quella di rafforzare patrimonialmente la compagnia portando il margine di solvibilità al 160% (ora è intorno al 140%). E poiché nel frattempo è stato avviato il riacquisto nelle quote di minoranza della joint venture costituita nell’Europa dell’Est con la Ppf di Petr Kellner – l’impegno sarà di 2,5 miliardi – è stato avviato un piano di cessioni da 4 miliardi. In vendita, tra l’altro, le attività vita in Usa e la Banca della Svizzera Italiana. Com’è poi consueto verranno date ai soci indicazioni su come il nuovo anno è iniziato per il Leone. Il mercato assicurativo, almeno in Italia, non sta crescendo e i proventi stanno venendo soprattutto da risparmi sui costi e dalla efficienza produttiva. E da un andamento favorevole nell’Rc auto che nel 2012 ha sostenuto i conti delle compagnie. Ma quest’anno la maggiore concorrenza sta spingendo all’ingiù i prezzi ed il contesto per compagnie si è fatto più sfidante.

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