Giosuè Carducci: la definizione di poeta vate
Giosué Carducci è stato uno dei più grandi poeti e scrittori dell’Ottocento. La sua mente, spesso tormentata, è stata apprezzata in tutt’Europa e i suoi scritti premiati con il Nobel per la letteratura nel 1906. È stato il primo italiano a riuscire in tale impresa, affiancato dallo scienziato Camillo Golgi. Carducci: il senso civile della…

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Giosué Carducci è stato uno dei più grandi poeti e scrittori dell’Ottocento. La sua mente, spesso tormentata, è stata apprezzata in tutt’Europa e i suoi scritti premiati con il Nobel per la letteratura nel 1906. È stato il primo italiano a riuscire in tale impresa, affiancato dallo scienziato Camillo Golgi.

Carducci: il senso civile della poesia

Dei tanti scritti di Giosué Carducci ricordiamo di certo Juvenilia, Levia gravia, Rime nuove, Odi barbare e Rime e ritmi. Per un attimo si ha così la sensazione d’essere tornati a scuola, dove certi titoli andavano conosciuti a memoria, con tanto di datazione e focus tematico.

Ciò che ci interessa invece in questa sede è la chiave civile della sua poetica. Le sue idee politiche hanno spesso trovato ampio spazio all’interno dei suoi lavorati letterari, nonostante le posizioni si siano modificate particolarmente col passare degli anni. È stato infatti repubblicano e anticlericale, per poi trasformarsi in maniera radicale col sopraggiungere dell’età, divenendo monarchico e conservatore.

L’evoluzione dei tempi lo lasciò basito, arrivando a criticare in maniera aspra la situazione politica d’allora. Si schierò in maniera dura e netta contro il trasformismo, che ancora caratterizza l’Italia, con passaggio tra schieramenti opposti, così come la corruzione della classe dirigente, in seguito al 1861.

Di pari passo con l’impegno civile, la poesia di Giosué Carducci offre al tempo stesso un’esaltazione costante della nazione. Ciò deriva dal costante confrontarsi con i classici greci e romani. Ecco gli elementi cardine che hanno spinto l’opinione critica d’allora, e quella odierna, a considerarlo a tutti gli effetti un poeta Vate. Ciò perché ha tentato di interpretare i sentimenti del popolo italiano dopo l’Unità, ponendosi come guida.

Cos’è il poeta Vate

Svariati gli elementi che spingono un poeta a essere considerato Vate tanto dalla comunità letteraria, nazionale e internazionale, quanto dal pubblico. Guardando alla traduzione latina, potremmo parlare di profeta, ma non è propriamente questo il senso che se ne dà in tale ambito.

Volendo adattarlo in maniera forzata, potremmo dire che le capacità d’analisi del proprio tempo, in raffronto al passato e con sguardo a scrutare il futuro, consentono a tali figure di indicare la giusta via, proprio come dei profeti.

In realtà a consentire l’ottenimento dell’appellativo Vate è prima di tutto il tono elevato delle opere realizzate. In alcuni casi, invece, si potrebbe parlare di un vero e proprio carattere sacro. Ciò che principalmente delinea tali personaggi storici è però l’ispirazione civile. È questo il caso di Giosué Carducci, come detto.

In generale si tratta di grandi pensatori che sentono sulle proprie spalle il peso di dover guidare le masse, essendo in grado di interpretarne il sentire. Potremmo quindi utilizzare allo stesso modo poeta Vate e Guida.

Tale definizione venne utilizzata per la prima volta in relazione ad autori latini. Grandi nomi passati alla storia anche per il loro impegno nella ricerca dei valori perduti dell’antica romanità. In riferimento a Lucrezio e Orazio, ad esempio, Vate indicata un’ispirazione quasi divina, con l’autore esaltato a profeta. Guardando all’Italia, oltre a Giosué Carducci ricordiamo anche Ugo Foscolo e Gabriele D’Annunzio.

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