Giulia Ligresti accusa “Fonsai-Unipol salterà”

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Duro j’accuse di Giulia Ligresti contro Unipol ma, a guardar bene, ancora di più contro Mediobanca e Unicredit. L’ex presidente di Premafin, ormai defenestrata insieme alla famiglia dalle società del gruppo, rilascia una lunga serie di dichiarazioni all’agenzia di stampa
Adnkronos.
Che, per la seconda volta in una manciata di giorni, torna ad occuparsi della costituenda UnipolSai. Ieri è stata la volta delle dichiarazioni di Giulia. «La realtà è che Fondiaria Sai doveva salvare Unipol e gli interessi delle banche », ha affermato la Ligresti.
Mediobanca in particolare era molto esposta nei confronti sia di Unipol sia di Fonsai. Quest’ultima ai tempi era arrivata ad un
combined ratio
intorno a 75 contro un minimo regolamentare di 110 ed era affetta da una sottovalutazione delle riserve (su cui peraltro sta indagando la procura di Torino). Giulia continua poi con l’accusa forse più grave: nell’operazione di maxifusione, sostiene, Mediobanca e Unicredit erano «perfettamente a conoscenza delle criticità patrimoniali di Unipol» e ciò avrebbe portato, a suo giudizio, «a uno sproporzionato e non giustificato aumento
di capitale, funzionale a un’operazione di integrazione che con grande probabilità è destinata a naufragare».
Giulia era sicuramente molto addentro alle vicende Premafin-Fonsai, prima dell’ingresso di Unipol: insieme alla famiglia Ligresti, era il socio di riferimento delle compagnie. Dunque, è parte in causa: «Più volte ho cercato di evidenziare molti aspetti non chiari, partendo dalla richiesta di diminuzione dell’aumento di capitale per Fonsai, fino alla possibilità di aprire ad altre soluzioni
stand alone, molto più vantaggiose per tutti gli azionisti e i dipendenti », dichiara.
Di sicuro, i rapporti con i nuovi azionisti – Unipol – i rapporti sono a dir poco difficili: Via Stalingrado ha fatto prima marcia indietro sulla manleva e, nel marzo scorso, ha votato in assemblea a favore dell’azione di responsabilità, promossa dal commissario ad acta nei confronti dei Ligresti e di molti consiglieri di amministrazione della passata gestione, puntando il dito sulle operazioni immobiliari tutte in conflitto di interesse e sulle consulenze strapagate ai membri della famiglia Ligresti.
Secondo la ricostruzione dell’ex presidente di Premafin tuttavia le banche erano «perfettamente a conoscenza delle criticità patrimoniali di Unipol, mai sanate». Attualmente la Consob sta verificando la correttezza contabile (cui probabilmente guarda con interesse anche la Procura di Milano) del trattamento in bilancio dei titoli strutturati, anche con contenuto derivato, mentre dal canto loro gli ispettori dell’Ivass sono al lavoro presso le compagnie coinvolte nella fusione. Il processo autorizzativo non è ancora terminato

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