Giulia Ligresti, Consob studia l’aggiotaggio. Unipol querela

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La Consob sta seguendo la pista del possibile abuso di mercato nei confronti di Giulia Ligresti per le dichiarazioni rese in un’intervista lunedì 13 maggio in cui sollevava dubbi sulla solidità patrimoniale di Unipol e i reali scopi della fusione con Fonsai. Intanto Unipol ha querelato presso la procura di Torino la ex presidente di Premafin. «Ho la certezza — aveva detto Giulia Ligresti all’AdnKronos — che Mediobanca e Unicredit così come il management interno di Fondiaria Sai, guidato e diretto da Mediobanca, fossero perfettamente a conoscenza delle criticità patrimoniali di Unipol, mai sanate». Le due banche sono i principali sponsor dell’integrazione tra Fonsai e la compagnia bolognese, nonché creditori delle due compagnie e di Premafin, già holding di controllo di Fonsai. «La realtà è che Fondiaria Sai doveva salvare Unipol e gli interessi delle banche», aveva concluso, pronosticando che l’integrazione «con grande probabilità è destinata a naufragare». Il giorno successivo, martedì 14, i titoli della galassia, a cominciare da Fonsai, avevano subito una pesante calo, che sul mercato venne messo in relazione alle parole della figlia di Salvatore Ligresti ma anche agli avvisi di garanzia all’ex comitato esecutivo di Fonsai per le ipotesi di falso in bilancio da parte della procura di Torino, arrivati quello stesso giorno. Gli uffici della Consob stanno verificando in questi giorni proprio che tipo di impatto abbiano avuto quelle dichiarazioni sulle quotazioni. Lunedì 20 Giulia Ligresti, assistita dagli avvocati Marco Spolidoro e Gian Luigi Tizzoni, è stata sentita a Roma in Consob per dare spiegazioni alle sue parole, considerate «pesanti» essendo lei stata ai vertici della holding di controllo di Fonsai. Ma non sarebbe stata in grado di fornire argomentazioni ulteriori a supporto delle sue tesi. Con i suoi legali ha invece si è piuttosto ricollegata a opinioni già circolate sul mercato e ha prodotto una rassegna stampa con vari articoli in cui anche nei mesi scorsi si sollevavano dubbi sull’operazione (compreso l’Economist e una relazione di Ernst & Young), mentre la stringatezza (o in qualche caso, il rifiuto) delle risposte alla Consob è stata giustificata con le esigenze di riservatezza legate alle dichiarazioni che Giulia Ligresti ha reso, in almeno tre interrogatori, alla procura di Torino, da cui è indagata per diversi reati come la manipolazione del mercato e il falso in bilancio. In particolare la figlia minore di Salvatore Ligresti avrebbe spiegato in Consob di aver preso spunto per quelle dichiarazioni da alcuni recenti articoli di stampa che rilanciavano il tema della solidità patrimoniale di Unipol, ancora all’attenzione della Procura di Milano, in relazione alla effettiva consistenza del portafoglio strutturati della compagnia bolognese, peraltro riclassificati da Unipol secondo le richieste della Consob senza comportare aggiustamenti significativi sui suoi conti. Ma sulla tesi di Ligresti, e le sue reali motivazioni, la Consob — in costante contatto con la procura di Torino — vuole comunque vederci più chiaro.

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