Gli italiani hanno smesso di chiedere prestiti: -3,3% nei primi nove mesi dell’anno rispetto al 2012 ma -24% rispetto agli anni pre crisi

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La domanda di prestiti da parte delle famiglie (nel suo aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati) ha fatto registrare anche nel mese di settembre un calo, pari a -10,9% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
La flessione risulta essere la più consistente dall’inizio del 2012 ad oggi ma non è tanto il dato rilevato nell’ultimo mese a destare preoccupazione, quanto il progressivo consolidamento di una dinamica negativa che ha visto le richieste contrarsi sistematicamente rispetto agli anni precedenti, con la domanda aggregata relativa ai primi 9 mesi dell’anno che fa segnare un      -3,3% rispetto al corrispondente periodo 2012 ma, soprattutto, un -24,2% rispetto ai primi tre trimestri del 2007, prima dello scoppio della crisi che ha coinvolto l’economia mondiale.
Del resto, in Italia il quadro congiunturale ancora fragile continua a caratterizzarsi per il persistere di segnali negativi sul fronte dell’occupazione, con quella giovanile che ha raggiunto livelli drammatici, e della fiducia dei consumatori. Di conseguenza il credito retail permane condizionato da una forte prudenza che influenza sia la domanda di finanziamenti da parte delle famiglie, che temono di non riuscire a far fronte regolarmente ai debiti contratti, sia l’offerta, che deve far fronte all’innalzamento dei livelli di rischiosità.

Di seguito sono riportate – in tabella e in forma grafica – le variazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente relative alle domande di prestiti raccolte dagli istituti di credito e contribuite in EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi ad oltre 77 milioni di posizioni creditizie. I valori sono ponderati, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi.

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie
Per trovare un segno positivo nelle rilevazioni mensili del Barometro CRIF bisogna ritornare ai primi due mesi del 2013, quando però il confronto era sul primo bimestre 2012 che aveva fatto registrare un vero e proprio crollo (rispettivamente con un –15% e un -17% rispetto all’anno precedente).
La dinamica in atto trova evidenza anche nella progressione negativa presentata nella tabella seguente, che evidenzia l’andamento della domanda aggregata da gennaio a settembre a confronto con le rilevazioni degli anni precedenti.

DOMANDA DI PRESTITI (numero di richieste) gennaio-settembre 2013 – a parità di giorni lavorativi

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Entrando maggiormente nel dettaglio, l’analisi di CRIF mette a confronto l’andamento della domanda di prestiti personali e quella di prestiti finalizzati (sempre considerando i dati ponderati sui giorni lavorativi).

Nello specifico, nel mese di settembre appena concluso i prestiti finalizzati hanno fatto segnare un emblematico -15,2% rispetto al corrispondente periodo del 2012 mentre i prestiti personali si sono caratterizzati per una flessione più contenuta, pari a -4,9%.

Allargando la fotografia all’intero periodo di osservazione emerge che nei primi 9 mesi del 2013 la contrazione dei prestiti finalizzati è stata pari a –3,0% rispetto al corrispondente periodo 2012 ma ben più pesante è il -30,2% rilevato rispetto al 2007.

Riguardo i prestiti personali, invece, la domanda aggregata nei primi 3 trimestri dell’anno ha fatto registrare un calo del -3,7% rispetto al corrispondente periodo 2012 e del -15,4% rispetto al 2007.
Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie
L’analisi condotta da CRIF presenta anche una dinamica costantemente in calo relativamente all’importo medio dei prestiti richiesti, a ulteriore conferma della cautela che sta caratterizzando i comportamenti degli italiani, che da un lato hanno profondamente riorganizzato le proprie uscite e, dall’altro, hanno orientato le richieste di credito su soluzioni in grado di gravare meno pesantemente sul reddito disponibile, privilegiando conseguentemente rate più leggere.
Nello specifico, nei primi 9 mesi del 2013 l’importo medio delle richieste, nell’aggregato di prestiti personali più finalizzati, si è assestato a 7.504 Euro contro gli 8.035 Euro del corrispondente periodo 2012, ben distanti dai 9.540 Euro dei primi tre trimestri 2007.
Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie
Scendendo maggiormente nel dettaglio, l’importo medio relativamente ai prestiti finalizzati nei primi 9 mesi dell’anno in corso è stato pari a 4.390 Euro contro i 4.819 Euro del corrispondente periodo 2012 e ai 7.295 Euro del 2007.
Per i prestiti personali, invece, la media nei primi 9 mesi dell’anno in corso è stata di 11.199 Euro contro gli 11.819 Euro del corrispondente periodo 2012 e i 12.763 Euro del 2007.
Non è quindi un caso che la classe di importo con il peso preponderante sia risultata essere ancora una volta quella inferiore a 5.000 Euro, che da sola rappresenta quasi il 53% del totale. Per i prestiti finalizzati l’incidenza di questa classe sul totale arriva addirittura al 73% mentre relativamente ai prestiti personali si riscontra una distribuzione sostanzialmente equivalente, prossima al 28%, tra le classi fino a 5.000 Euro, tra 5 e 10.000 Euro e tra 10 e 20.000 Euro.

Un ulteriore indicatore della estrema cautela che in questa fase di perdurante incertezza condiziona i comportamenti delle famiglie, nel tentativo di minimizzare il peso delle rate sul reddito disponibile, è rappresentato dal progressivo allungamento dei piani di rimborso: nell’aggregato di prestiti personali più finalizzati, infatti, la fascia di durata preferita dagli italiani si conferma essere quella superiore ai 5 anni, con il 21% del totale, quota che sale addirittura al 39,6% nel caso dei prestiti personali.

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