La direzione aziendale di Ansaldo ha comunicato che l’azienda è entrata ufficialmente in una situazione di pre-fallimento, con i debiti che superano i ricavi di centinaia di milioni di euro, e che se l’azionista di maggioranza, la Cassa depositi e Prestiti, non ricapitalizza, sarà commissariata portando i libri in tribunale, senza avere nemmeno i soldi per pagare gli stipendi ai dipendenti: un disastro. Questa la comunicazione della Rsu Fiom Aen. E i sindacati si sono messi subito sul piede di guerra.
“Quello che sta accadendo in Ansaldo Energia è una vera e propria vergogna che non lasceremo passare”. Così Igor Magni segretario generale della Camera del Lavoro di Genova commenta la notizia che coinvolge il sito produttivo di Genova Campi. “La priorità ora è fare quadrato per salvare e dare prospettive ad un’azienda storica del territorio e strategica per il Paese: sindacato, politica, istituzioni devono remare tutte nella stessa direzione scongiurando il peggio e cercando soluzioni che non penalizzino le maestranze, le uniche che in questa vicenda non hanno responsabilità. Il fallimento di Ansaldo Energia sarebbe un colpo mortale per l’industria genovese e del Paese”.
“È recente la notizia dell’acquisizione di due bandi sul Pnrr: l’ennesima dimostrazione di come l’azienda possa avere prospettive senza dubbio importanti. Si può tamponare questa situazione magari attraverso strumenti che possano portare a risparmi o sistemi di efficientamento insieme all’analisi di tutte le attività che possono essere internalizzate per aumentare le ore lavoro risparmiando anche capacità economiche. Soluzioni per preservare la tutela occupazionale che non deve essere minimamente intaccata” comunica Fim Cisl che sottolinea di essere pronta a intraprendere qualsiasi azione di mobilitazione anche dura.
Fa eco Uilm che parla di “situazione disastrosa”: “Risolvere problemi strutturali con la svolta green e con l’idrogeno non risolve i problemi strutturali di Ansaldo: occorre intervenire sulla struttura, sull’ingegneria, su service, acquisti e logistica per rendere l’azienda efficace ed efficiente” dice Antonio Apa, coordinatore regionale.
I sindacati hanno già parlato di mobilitazioni con istituzioni e con la città intera per non perdere il più grande presidio industriale della regione, che dà lavoro a 2400 persone, che arrivano a quattromila con l’indotto.