Il 4 Marzo i lavoratori di Barclays in sciopero
Barclays sceglie un ex BofA come nuovo chief operating officer

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E’ stata proclamata una giornata di sciopero dei lavoratori di Barclays Italia a sostegno della  trattativa per la procedura aperta dalla banca in riferimento agli artt 17 e 20 del CCNL del Credito. Con questa procedura la banca dichiara di non essere più interessata al business Retail in Italia.

Barclays Londra infatti ha deciso di dismettere la gran parte delle attività in Italia (considerate non core): l’organico verrà ridotto dagli attuali 1020 dipendenti a 150, necessari per mantenere un presidio in loco nel caso, fra qualche tempo, decidesse di riaprire il business nel bel paese,  (come peraltro  già fatto per ben 2 o 3 volte i ultimi 15 anni – ci domandiamo come i vari governi possano permettere tutto ciò senza prevedere nessun vincolo e/o tutela nei confronti dei lavoratori italiani).

Dei1020 dipendenti, per fortuna, 580 passano a CheBanca! alla quale Barclays ha ceduto tutte le filiali di  Barclays insieme ad un pacchetto di 237 milioni di euro. ll grosso problema è ora quello del  personale di sede, quì a Milano, la cui gran parte, legata al supporto del business, non risulta più utile ne’ a Barclays ne’ alla futura “acquirente” e quello di una ventina di altri lavoratori sul territorio italiano, le cui posizioni di lavoro vengono soppresse.

Con tutta la difficoltà della situazione, l’Azienda si presenta al tavolo senza proposte precise e, come spesso accade, con la sola idea solo di costruire un incentivo per “quietare” in qualche modo i lavoratori. L’accordo appare subito alle OO.SS. complicato e difficile, sia per l’entità delle varie misure, che mettono subito in luce la distanza tra le parti, sia per la difficoltà di gestire le tempistiche dell’operazione che si perfezionerà con la cessione di ramo d’azienda ma si concluderà effettivamente nella prima metà del 2017, quando anche tutte le attività accessorie di sede a sostegno delle filiali termineranno.

Si è reso inevitabile a questo punto, nell’interesse dei lavoratori, chiamare tutti a una giornata di sciopero per mandare un messaggio chiaro all’Azienda sulla volontà di arrivare a un buon accordo che sia soddisfacente e risponda il più possibile alle esigenze di  tutti i lavoratori coinvolti.

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