Apple risente di preoccupazioni legate al rialzo dei tassi di interesse. Saudi Aramco è arrivato a valere 2.430 miliardi di dollari contro i 2.370 del gruppo dell’iPhone. Per fare un confronto, il pil italiano 2021 – convertito in dollari – è stato di poco più di 1.800 miliardi.
Ovviamente il prezzo delle azioni oscilla di continuo e la classifica potrebbe cambiare nuovamente, ma dietro questi movimenti ci sono i trend che muovono l’economia globale. Il mercato energetico sta facendo faville, tra sanzioni e boicottaggi nei confronti della Russia e problemi nelle catene di approvvigionamento. Il petrolio prodotto in Texas, benchmark negli Stati Uniti, mercoledì quotava intorno ai 105 dollari al barile, mentre il Brent che è il punto di riferimento internazionale ha toccato i 107 dollari: un aumento del 40% rispetto a un anno fa.
Il risultato, sottolinea Business Insider, è che i profitti di Aramco nel 2021 sono più che raddoppiati a 110 miliardi di dollari. Al contrario il produttore dell’iPhone, nonostante i buoni risultati del primo trimestre è alle prese con colli di bottiglia delle catene di fornitura e gli investitori temono che l’aumento dei tassi ne metta a rischio i conti, come quelli di tutto il comparto tecnologico. Risultato: quest’anno le azioni del gruppo energetico quotato nel 2019 sono salite del 30% mentre quelle di Apple, che a inizio gennaio valevano oltre 180 dollari l’una, hanno perso il 20% circa.
Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, che il 9 maggio insieme al re Salman bin Abdulaziz ha augurato al presidente russo Vladimir Putin “buona salute e prosperità del popolo e del governo” in occasione dell’anniversario della vittoria sul nazismo, intende mettere sul mercato una quota maggiore della compagnia.