Indice Ftse Mib oltre 23.300 punti, spread sempre ai minimi da fine 2015
Milano si conferma la migliore tra le piazze europee con l'indice Ftse Mib in crescita dell'1,14% sostenuto dal rally delle banche.
borsa italiana

Ancora nessun commento

Milano si conferma la migliore tra le piazze europee con l’indice Ftse Mib in crescita dell’1,14% sostenuto dal rally delle banche. I mercati europei e i future di Wall Street (+0,29% il Dow Jones e +0,22% l’S&P500), in generale, restano supportati dal progredire dei programmi di vaccinazione anti-Covid e dalla reflazione globale.

“La propensione al rischio è in aumento questa mattina poiché gli investitori hanno accolto con favore i dati rassicuranti sulla lotta contro il coronavirus, tra i quali i tassi di infezione discendenti in varie zone rosse, inclusi negli Stati Uniti e in Europa. Inoltre, alcune rassicurazioni provengono dalle prospettive di una risposta per rilanciare l’economia globale ora che molti governi stanno pianificando maggiori stimoli fiscali e monetari per ristabilire la crescita economica e cancellare l’impatto negativo della pandemia”, ha sottolineato Pierre Veyret, analista tecnico di ActivTrades.

“È probabile che questa tendenza continui questa settimana, poiché l’avversione al rischio continua a diminuire, anche se i picchi di volatilità causati dai dati macro e dai risultati aziendali potrebbero ancora avere un impatto sui prezzi a brevissimo termine”, ha previsto l’esperto, notando anche che la performance migliore quest’oggi è quella di Piazza Affari a Milano, dove l’indice Ftse Mib ha aperto sopra quota 23.300, sfidando la fascia alta del suo canale rialzista a medio termine. Secondo gli analisti tecnici di milanofinanza.it il prossimo target è l’area 23.800-24.000 punti.

Dal fronte macro la fiducia degli investitori della zona euro è scesa inaspettatamente a febbraio, con i lockdown adottati per limitare i nuovi casi di Covid-19 che hanno colpito l’economia. Infatti, l’indice Sentix della zona euro è tornato in territorio negativo, scendendo a -0,2 dall’1,3 di gennaio. Un sondaggio Reuters aveva stimato una lettura di 1,9. Anche l’indice delle aspettative è sceso a 31,5 dal massimo storico di 33,5 a gennaio, mentre l’indice che fotografa la situazione attuale è calato a -27,5, in calo da -26,5 di gennaio.

ll dollaro sta registrando un modesto rialzo rispetto all’euro a 1,20243 (-0,07%), invertendo alcune delle perdite subite venerdì dopo la pubblicazione di dati sull’occupazione americana più deboli del previsto. “La delusione di venerdì è stata sostituita da una posizione più realistica che sta ancora una volta sostenendo il biglietto verde, riflettendo il fatto che nonostante il numero di nuovi posti di lavoro creati a gennaio sia stato inferiore alle aspettative, le prospettive di crescita per gli Stati Uniti rimangono più incoraggianti che per gli altri paesi, soprattutto perché l’approvazione del pacchetto di stimoli del presidente Biden da parte del senato sta diventando sempre più probabile”, ha spiegato Ricardo Evangelista, analista senior di ActivTrades

Mentre il Brent ha raggiunto per la prima volta in più di un anno la soglia dei 60 dollari al barile (+0,77% a 60,02 dollari al barile). C’è un mix di elementi dietro il rialzo del petrolio. Prima di tutto, l’aspettativa di una ripresa economica rapida e forte (forse una visione un po’ troppo ottimista). In secondo luogo, gli investitori sperano in nuove misure di stimolo economico da parte del governo degli Stati Uniti. In poche parole, “l’ottimismo che stiamo vedendo nei mercati azionari, dominati da una forte propensione al rischio, sta supportando il prezzo del greggio e anche il Wti ha appena raggiunto un nuovo massimo di 13 mesi. Da un punto di vista tecnico non è ancora cambiato nulla e gli investitori scommettono ancora su un ulteriore rimbalzo del prezzo di entrambi i principali benchmark petroliferi”, ha detto Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades.

Con Mario Draghi che potrebbe far scendere lo spread a 50-60 punti base, ai livelli del Portogallo, come ha detto il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, intervistato da Bloomberg Tv, le banche viaggiano tutte sugli scudi, complice anche la possibilità che Draghi acceleri le operazioni di M&A: Unicredit (+3,51%), Intesa Sanpaolo (+2,69%), Banco Bpm (+4,14%), Bper Banca (+6,92%), Mps (+13,11%) e il Creval (+0,53%) che oggi pubblica i conti 2020. Un nuovo Governo potrebbe accelerare la crescita e le riforme in Italia e questo può essere molto positivo per il settore bancario e per l’Europa intera, non solo per” la Penisola, ha affermato Carlo Messina.

L’ex numero uno della Bce dovrebbe salire al Quirinale per sciogliere la riserva entro la settimana. Le attese si concentrano su un esecutivo misto, formato da tecnici di alto profilo, anche di area, e rappresentanti delle forze politiche. Per Unicredit, nonostante la possibilità nel breve di un po’ di volatilità e prese di profitto, se Draghi metterà insieme una maggioranza stabile lo spread potrà scendere in area 88 punti base, il minimo da marzo 2015. Oltre ai bancari gli acquisti si concentrano sulle utilities come A2A (+2,63%) ed Hera (+1,12%), sui titoli del risparmio gestito: FinecoBank (+2,77%), Banca Mediolanum e Banca Generali, entrambe in rialzo del 2,41%, e ancora Poste (+2,19%), Leonardo (+2,35%) e Cnh Industrial (+1,10%).

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI

Più di 4 milioni i cittadini che vivono nei Comuni senza credito ne finanza

L’assenza di sportelli bancari sul territorio e l’abbandono da parte delle banche delle zone più periferiche è un problema per le persone, per i professionisti, per i risparmiatori, ma anche per le imprese: perché un minor numero di banche e di filiali, si traduce, concretamente, anche in meno credito, con conseguenze facilmente immaginabili sull’economia, sugli investimenti, sulla crescita.

Leggi »