Inizia a entrare nel vivo la partita dello Srep
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Il processo di revisione prudenziale condotto da Bce sulle principali banche italiane ed europee. Nella riunione del consiglio del Single Supervisory Mechanism, tenuta a Francoforte il 3 e 4 settembre, sono stati definiti i nuovi requisiti di capitale delle 123 banche vigilate da Bce. Le banche italiane sarebbero uscite da questa tornata di Srep con buoni riscontri e un esito nel complesso positivo, nonostante l’innalzamento (inevitabile ma comunque contenuto) dei ratio. Dei quindici istituti sotto esame, la maggioranza è stata inserita in classe “3” (dove 1 è il livello migliore e 4 il più basso prima del quinto livello, estremo, in cui la banca è “failing or likely to fail”): si tratta quindi di un livello di rischio rassicurante, peraltro condiviso con gran parte delle banche europee e, seppur con diverse sfumature, sufficiente a evitare nuovi interventi straordinari sul capitale. Meglio ancora ha fatto una banca – la più patrimonializzata tra quelle italiane – che è stata classificata nel livello “2”, a conferma del buono stato di salute. Solo tre-quattro banche risulterebbero in classe “quattro”: tra queste ci sarebbero le due banche venete non quotate, che però hanno già chiarito di voler ricorrere a un aumento di capitale per rimettere in equilibri i ratio patrimoniali. I restanti uno-due istituti – che già hanno ricapitalizzato – avrebbero comunque registrato risultati finali migliori delle attese e, benchè in misura diversa, non dovrebbero registrare criticità particolari, benchè sempre sotto la marcatura stretta della Bce. Va sottolineato che i coefficienti indicati da Bce sono comunque preliminari e soggetti a possibili correzioni a vantaggio delle banche. Tutto verrà definito nel corso delle prossime due settimane, tempo durante il quale i banchieri avranno la possibilità di rispondere e fare controdeduzioni. Tra ottobre e novembre, una volta approvate dal Governing Councildella Bce, le indicazioni diventeranno definitive.
Intanto, in report diffuso ieri, l’Eba ha evidenziato come il numero di professionisti attivi nel mondo delle banche europee con uno stipendio superiore al milione di euro sia calato quasi del 10% in un anno. Gli “high earners” europei sono passati dai 3530 del 2012 ai 3178 del 2013 (i dati sul 2014 arriveranno a fine anno). A fare la parte del leone è la Gran Bretagna, dove si ritrovano quasi due terzi dei top bankers di fascia alta: sono ben 2086 gli high earners basati nella City.
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