Intesa Sanpaolo dieci miliardi di credito (e assistenza) per i Piccoli

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Dieci miliardi per aiutare le piccole e medie imprese a gettare il cuore oltre l’ostacolo della crisi. E’ quanto mette a disposizione Intesa Sanpaolo, attraverso un accordo con la Piccola industria di Confindustria, sotto forma di credito (abbinato a consulenza) per i piccoli.

L’intesa è stata firmata ieri a Milano. Presenti – oltre al ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina e al presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi – anche Vincenzo Boccia e Alberto Baban, a capo rispettivamente dei comitati per il credito e per la piccola industria dell’associazione. L’accordo va sulla scia di una serie di iniziative congiunte Intesa/Confindustria che hanno già mobilitato 35 miliardi. La prima è del 2009. Con quella di ieri siamo al quinto accordo a vantaggio delle imprese che fanno parte dell’associazione.
I dieci miliardi vanno a sostenere il credito ma anche a garantire forme di consulenza. Si va dalla «adozione» di attività promettenti da parte di aziende consolidate alla creazione di partnership tra imprese innovative e piccole attività che hanno bisogno di potenziare l’aspetto tecnologico. Non a caso le linee guida dell’intesa parlano di sostegno a crescita, innovazione, start up, export e internazionalizzazione. In questo contesto un occhio di riguardo sarà tenuto per le imprese che stanno lavorando per Expo 2015. Come ha detto ieri il consigliere delegato dell’istituto, Carlo Messina: «L’esposizione universale al momento è l’unica opportunità certa di crescita e sviluppo».
I dieci miliardi dell’accordo si inseriscono in un contesto che, nel caso di Intesa Sanpaolo, prevede nell’orizzonte del piano industriale (e quindi da qui al 2017) 170 miliardi di nuovo credito per imprese e famiglie. Già nel primo semestre del 2014 la banca ha rinnovato fidi alle aziende italiane per 420 miliardi.
«Siamo un istituto solido, con una capitalizzazione di Borsa di oltre 37 miliardi di euro – ha ricordato ieri Messina –. Proprio in virtù della nostra solidità riteniamo di non avere scuse di fronte alla necessità di sostenere la crescita. Non avremmo bisogno dei Tltro della Banca centrale europea (operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine destinate alla banche, ndr; ) ma, viste le condizioni vantaggiose, prenderemo tutti i 13 miliardi che ci sono consentiti». Dal canto suo il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha auspicato la nascita di «una nuova finanza» per le piccole e medie imprese in cui un tema fondamentale sia la «valutazione di merito» delle singole attività. Squinzi ha anche detto di ritenere importante l’acquisto dei cosiddetti Abs (asset backed security ), titoli emessi dalle banche a fronte di cartolarizzazioni, da parte della banca centrale europea.

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