Intesa Sanpaolo, Generali  e Unicredit cedono il 10% di Banca d’Italia
Il difficile governo in banca uic

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Ciò a due anni dalla legge del governo Letta che rivalutò il capitale della vigilanza per favorire il ridimensionamento delle grandi banche controllate, è in partenza un primo giro di compravendite a nuovi soci ritenuti affidabili: enti, fondazioni, altre banche. Secondo quanto riportano stamane il Corriere della Sera e la Repubblica, Intesa Sanpaolo ha firmato i contratti preliminari per la cessione di una quota del 5,7% della Banca d’Italia per 430 milioni a una serie di enti. La banca milanese resta il primo azionista di Via Nazionale (la spa aveva una partecipazione di circa il 31%, il gruppo del 42,4%) davanti a Unicredit (22,1% che scenderà a circa il 19%), Generali, Cassa Risparmio Bologna e Inps. Intesa Sanpaolo ha firmato i contratti preliminari per la cessione — al valore nominale, coincidente con il valore di carico — di una quota complessivamente pari a circa il 5,7% del capitale sociale della Banca d’Italia, per un controvalore di circa 430 milioni, a Enpam, Inarcassa, Cassa Forense, Enpaia, Cassa Ragionieri e Banca del Piemonte. Anche Unicredit sta portando a compimento un’analoga operazione: l’istituto avrebbe infatti ceduto il 3,2% della sua quota in Banca d’Italia per un controvalore di oltre 200 milioni di euro. Secondo fonti finanziarie i compratori sarebbero simili, se non proprio identici, a quelli che hanno accettato di rilevare quote da Intesa Sanpaolo. Lo stesso discorso riguarda le Generali, terzo socio di Via Nazionale con il 6,3%, che secondo Repubblica “si sarebbe accordata per cedere a soggetti, tra cui almeno alcuni combaciano con quelli elencati da Intesa Sanpaolo, lo 0,85% delle quote, per un ricavo sui 60 milioni”.

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