La partita del redditometro si gioca sempre più in contraddittorio
prestazione occasionale

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È quella la fase in cui il contribuente è chiamato a giustificare gli scostamenti tra tenore di vita – ricostruito in base alle spese elencate nel decreto dell’Economia pubblicato venerdì in «Gazzetta Ufficiale» (che recepisce le indicazioni arrivate dal Garante privacy) – e redditi dichiarati al fisco. Anche l’aggiornamento sull’accertamento sintetico a partire dal periodo d’imposta 2011 mette nero su bianco che il contribuente selezionato potrà dimostrare che le spese sono state finanziate con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d’imposta, con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta, o, comunque, legalmente esclusi dalla formazione dell’imponibile, oppure che le risorse sono arrivate da soggetti diversi dal contribuente.
Ma la centralità del contraddittorio emerge anche dai dati relativi al 2014. Come documentato su queste colonne (si veda Il Sole 24 Ore del 22 agosto scorso), il redditometro ha conosciuto quasi un dimezzamento nel numero degli accertamenti lo scorso anno rispetto al 2013 (-48,5%) e una contrazione del 69,4% sul 2011. Dati certificati dalla Corte dei conti nell’ultimo rendiconto generale dello Stato.
Ora, però, scorrendo il rapporto antievasione allegato alla nota di aggiornamento del Def si scopre un particolare rilevante. Se è vero che nel 2014 gli accertamenti «sintetici» del reddito (la definizione del redditometro per i puristi) sono stati 11.091 contro i 21.535 del 2013, bisogna anche considerare che «il risultato annuale non tiene in considerazione i procedimenti istruttori (circa 11.200 inviti al contraddittorio)» che sono stati «chiusi senza la prosecuzione dell’attività di controllo in quanto, sulla base dei documenti forniti o delle motivazioni addotte dal contribuente, in ordine alle “spese certe”, alle “spese per elementi certi”, agli investimenti ed alla quota di risparmio dell’anno, l’ufficio non ha riscontrato elementi tali da giustificare la prosecuzione del controllo sostanziale». Come a dire, oltre 11mila contribuenti selezionati con il redditometro poi sono riusciti a dimostrare di non essere degli evasori e hanno giustificato le spese sostenute. Questo dimostra come l’obbligatorietà del contraddittorio (introdotta proprio per il nuovo redditometro, ossia quello dall’anno d’imposta 2009) si riveli decisiva sia per il contribuente che per l’ufficio, in modo da non proseguire poi in accertamenti che sfociano in contenziosi lunghi ed estenuanti e mettono a rischio lo stesso recupero della pretesa. Non a caso, infatti, l’indice di positività degli 11.091 accertamenti eseguiti sfiora addirittura il 92 per cento.
Il percorso sembra tracciato anche per l’anno in corso. Nonostante l’assenza della tradizionale circolare sui controlli, l’ultimo bilancio delle Entrate testimonia come gli accertamenti sintetici «saranno svolti tenendo conto della capacità diretta di selezione delle strutture operative in relazione alla platea di contribuenti presenti nel proprio territorio, nonché della disponibilità di nuovi elementi informativi negli applicativi informatici, attivando quindi il procedimento accertativo solo nei confronti di coloro che presentano scostamenti significativi tra reddito dichiarato e capacità di spesa manifestata». E comunque l’Agenzia «utilizzerà con la massima attenzione i diversi strumenti di ricostruzione presuntiva del reddito».

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