La penalità di mora decorre dal giorno della notificazione dell’ordine di pagamento
riconoscimento

Ancora nessun commento

Lo chiarisce la sentenza 4414/15, pubblicata il 21 settembre dalla quarta sezione del Consiglio di stato. Accolto il ricorso del Mineconomia contro la sentenza pronunciata dal Tar Lazio nell’ambito della controversia sulla legge Pinto: la pronuncia fa scattare l’astreinte al momento della scadenza del termine di centoventi giorni decorrente dalla notifica del titolo esecutivo. E la decisione contraria di palazzo Spada è motivata proprio rispetto alla natura di «spinta forzosa» alla francese dell’ipotesi di cui all’articolo 114 comma 4 lettera e) del codice del processo amministrativo. La norma, osservano i giudici di appello, parla chiaro: «Il giudice, in caso di accoglimento del ricorso, salvo che ciò sia manifestamente iniquo e se non sussistono altre ragioni ostative, fissa, su richiesta di parte la somma di denaro dovuta dal resistente per ogni violazione e inosservanza successiva, ovvero, per ogni ritardo nell’esecuzione del giudicato; tale statuizione costituisce titolo esecutivo». La penalità di mora serve appunto per indurre indirettamente l’amministrazione a eseguire tempestivamente l’ordine di pagamento formulato dal giudice: lo strumento «coercitivo», dunque, non risulta utilizzabile per gli inadempimenti pregressi, che producono piuttosto obbligazioni di natura risarcitoria. Insomma: ha ragione il ministero dell’economia e delle finanze quando sostiene che l’astreinte avrebbe dovuto operare per il futuro e non per il pregresso inadempimento. D’altronde tutto ciò rientra nella natura stessa della penalità di mora, che è un istituto mutuato dall’ordinamento francese e consiste in una «spinta forzosa» all’obbligato inadempiente per costringerlo a provvedere, in forza della condanna al pagamento di una somma di denaro per ogni giorno di ritardo, con una sorta di coazione all’adempimento. Le spese di giudizio sono compensate.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI

Più di 4 milioni i cittadini che vivono nei Comuni senza credito ne finanza

L’assenza di sportelli bancari sul territorio e l’abbandono da parte delle banche delle zone più periferiche è un problema per le persone, per i professionisti, per i risparmiatori, ma anche per le imprese: perché un minor numero di banche e di filiali, si traduce, concretamente, anche in meno credito, con conseguenze facilmente immaginabili sull’economia, sugli investimenti, sulla crescita.

Leggi »