La Turchia taglia i tassi d’interesse dal 14% al 13%
Anche se non prevista dagli analisti, la mossa del taglio dei tassi della Turchia al 13% segue la strada delineata ormai da circa otto mesi, nella convinzione non ortodossa sostenuta dal presidente turco che i tagli dei tassi di interesse riusciranno a frenare il forte calo della lira turca e la spirale dei prezzi.
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Anche se non prevista dagli analisti, la mossa del taglio dei tassi della Turchia al 13% segue la strada delineata ormai da circa otto mesi, nella convinzione non ortodossa sostenuta dal presidente turco che i tagli dei tassi di interesse riusciranno a frenare il forte calo della lira turca e la spirale dei prezzi. La strategia seguita dalla Turchia per contrastare la fiammata dei prezzi va però in senso opposto rispetto alla tendenza globale delle altre banche centrali di alzare i tassi di interesse.

La Banca Centrale Turca conta invece su misure macro-prudenziali e collaterali, come l’aumento delle ponderazioni del rischio e il raddoppio dei requisiti di riserva presso le banche per i prestiti denominati in lire per attenuare il credito. Una linea di politica monetaria che rende al momento la Turchia il paese con i tassi reali più negativi al mondo.

Per la banca centrale, l’aumento dell’inflazione “è determinato dagli effetti ritardati e indiretti dell’aumento dei costi energetici derivanti dagli sviluppi geopolitici, dagli effetti delle formazioni dei prezzi che non sono supportate dai fondamentali economici, dai forti shock negativi dell’offerta causati dall’aumento dei prezzi globali dell’energia, dei prodotti alimentari e delle materie prime agricole”.

Il board della Central Bank of the Republic of Turkey, si legge nella decisione, “prevede che il processo di disinflazione inizi sulla scia delle misure adottate e attuate in modo decisivo per rafforzare la stabilità finanziaria e dei prezzi sostenibile insieme alla risoluzione del conflitto regionale in corso”. Tuttavia, scrivono dalla Cbrt, “gli indicatori anticipatori del terzo trimestre indicano una certa perdita di slancio nell’attività economica. È importante che le condizioni finanziarie rimangano favorevoli per preservare lo slancio della crescita della produzione industriale e l’andamento positivo dell’occupazione, in un periodo di crescenti incertezze sulla crescita globale e di crescente rischio geopolitico”. 

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