L’Abi rilancia sul contratto

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Abi ha sempre rispettato i patti. Salvo poi andare a misurare le conseguenze dal punto di vista degli oneri complessivi. Per la tabellizzazione dell’aumento di 170 euro dell’ultimo contratto, dato sotto forma di Edr (elemento distinto della retribuzione) non c’è dubbio che Abi manterrà gli impegni ma questo produrrà conseguenze perché i banchieri da mesi dicono che non ci sono risorse e quindi la tabellizzazione, che ha un costo per le banche, chiederà altre compensazioni. Il Comitato affari sindacali e del lavoro (Casl) di Abi, guidato da Francesco Micheli, ieri ha dato le ultime risposte ai sindacati prima del suo rinnovo che avverrà in occasione del Comitato esecutivo del 23 luglio, quando emergeranno i nomi dei nuovi componenti del Casl e del presidente.

Il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, chiarisce che l’incontro «è stato improntato ad un clima relazionale sostanzialmente positivo». Le posizioni sono comunque «molto distanti per ammissione esplicita di entrambe le parti», aggiunge. La delegazione Abi ha sottolineato che «il negoziato non è nemmeno partito» e auspica che «si avvii al più presto un reale confronto». Con i sindacati «le analisi di scenario risultano condivise», spiegano i banchieri. «La Piattaforma presentata dai sindacati non tiene però conto della assoluta eccezionalità dei tempi. Di qui la richiesta ai sindacati di fermarsi a riflettere su come rivedere la Piattaforma», continua Sabatini. Per Abi «l’occupazione resta al primo posto» e a questo proposito la delegazione ha confermato «l’esigenza che si riformi la parte normativa del contratto, con particolare riguardo alle misure a sostegno dell’occupazione. È stato peraltro ribadito che non vi sono risorse per la parte economica del contratto. A riprova di ciò vanno letti gli accordi recenti dei grandi gruppi bancari», spiega Abi.
«Abi vuole destrutturare il contratto. Abbiamo proposto alla controparte un incontro prima della fine di luglio per evitare a settembre pesantissime giornate di sciopero», dice Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. «La chiusura a riccio dei banchieri è dovuta anche al fatto che il 30 giugno scadono tutti i componenti della commissione sindacale Abi e dunque la situazione odierna va addebitata esclusivamente all’Abi, che in un momento così difficile ritiene opportuno questo atteggiamento dilatorio. Chiediamo pertanto al Premier Renzi di prendere atto che un eventuale scontro è esclusivamente da attribuire all’irresponsabilità della controparte». Come i congressi dei sindacati (prima la Fabi, poi la Fisac) e l’elezione dei rispettivi segretari generali, così le nomine in Abi stanno allungando i tempi, ma è evidente che il negoziato deve ancora decollare. Per il segretario generale della Fisac, Agostino Megale, «le distanze continuano ad essere enormi e per questa ragione abbiamo chiesto all’Abi di cambiare l’approccio e la propria posizione. E la abbiamo invitata al rispetto pieno e totale del contratto in scadenza a partitre dalla tabelizzazione dell’Edr».Il segretario generale della Fiba Cisl Giulio Romani parla di «enormi distanze sui punti della piattaforma», e chiede «il rispetto del ccnl in scadenza, in particolare per quanto riguarda l’Edr, che deve confluire nelle tabelle ordinarie». Massimo Masi, segretario generale della Uilca, che ha riunito il proprio Esecutivo a metà della scorsa settimana, ha ricevuto un mandato forte e chiaro dai propri dirigenti sindacali: «Sull’Edr deve essere trovato un accordo visto le giuste aspettative dei lavoratori e i sacrifici che hanno fin qui affrontato.

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