L’adozione del TPP mette a rischio la privacy degli utenti Internet
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L’allarme arriva da alcune organizzazioni per i diritti civili e digitali che, da una lettura del testo del trattato siglato da i 12 paesi all’inizio il mese scorso (tra questi Stati Uniti, Australia, Canada, Giappone e Nuova Zelanda), mettono in guardia gli utenti Internet.

“Il capitolo E-Commerce ha gravi implicazioni per la privacy online”, ha dichiarato Peter Maybarduk, del gruppo no-profit, Public Citizen. “Il testo rivela che le politiche di protezione dei dati personali quando attraversano i confini potrebbero essere soggette a modifiche”.

Sotto osservazione delle associazioni sui diritti civili sono finite soprattutto quelle norme relative alla gestione dei dati degli utenti e delle normative in materia di obblighi di localizzazione nazionale di server: il trattato limita le possibilità di tali leggi, di solito utilizzate per impedire la conservazione dei dati di cittadini all’estero od il loro trasferimento oltre ai confini nazionali, con conseguenti minacce alla loro privacy dal momento che vengono portati via dalle tutele previste dal paese d’origine.

Non solo. Le normative in materia adottate dai singoli governi potranno essere messe in discussione dagli altri stati firmatari del TPP attraverso un tribunale ad hoc istituito col trattato. Una previsione che, se attuata, andrebbe contro eventuali impegni di singoli stati membri verso una maggiore protezione della privacy dei propri cittadini.

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