Dopo 19 anni Zonin lascia il posto di presidente della Banca Popolare di Vicenza
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Dopo un bilancio disastroso e l’iscrizione del suo nome nel registro degli indagati insieme al altri consiglieri, ex consiglieri e ex dirigenti del Banco Popolare vicentino, per ipotesi di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, Gianni Zonin lascia il posto a Stefano Dolcetta, amministratore delegato di Fiamm e vicepresidente di Confindustria.

“Lascio la banca in mani serie ed affidabili, innanzitutto quelle del Consigliere Delegato e Direttore Generale Francesco Iorio, che sta realizzando con rigore e straordinaria capacità quel disegno a medio termine che porterà la la banca popolare di Vicenza a diventare un imprescindibile soggetto economico, finanziario e sociale per il Nordest e per tutto il nostro Paese (…) Dolcetta saprà essere il punto di garanzia e di rappresentanza istituzionale per i soci, i clienti e i dipendenti della stessa banca”.

Intanto un articolo de Il Fatto Quotidiano fa notare come nessuna considerazione sia stata comunque data a risparmiatori e clienti che, negli anni della gestione Zonin della Banca Popolare di Vicenza, hanno subito perdite gravi. Nonostante questo, la stessa vigilanza non ha mai pensato di spodestare dal suo ruolo il “viticultore prestato alla finanza” come suole autodefinirsi Zonin: anzi, lo ha lasciato lì sulla poltrona di presidente fino a quanto ha potuto anche passare le consegne a Stefano Dolcetta.

A fine settembre intanto il nuovo Ceo Francesco Iorio ha presentato un piano industriale al 2020 che punta all’ aumento di capitale da 1,5 miliardi e alla trasformazione in Spa, il tutto per arrivare all’approdo in Borsa entro giugno. Il tutto mentre pochi giorni fa dalla Banca centrale europea è arrivato in Procura il rapporto dell’ultima ispezione.

E il consiglio d’amministrazione del Banco Popolare di Vicenza saluta il suo presidente indagato Gianni Zonin ringraziandolo per “la dedizione e l’impegno con cui ha accompagnato la banca negli scorsi venti anni di attività”. Una vera e propria beffa per i  risparmiatori.

 

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