L’antiriciclaggio al bancomat

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Antiriciclaggio anche nelle operazioni bancomat. Dalla Banca d’Italia arriva una tirata d’orecchie alle banche che consentono ai clienti di prelevare importi troppo elevati o che utilizzano troppo o troppo frequentemente le carte ricaricabili. Luci puntate, inoltre, su chi chiede carte di questo tipo, in particolare se opera nel settore edilizio, compro oro, money transfer: sono questi infatti i settori più a rischio di riciclaggio. Sono le principali criticità rilevate dall’Unità di informazione finanziaria di Banca d’Italia (Uif) in una comunicazione diffusa ieri con la quale vengono individuati schemi rappresentativi di comportamenti anomali connessi all’operatività con certe di pagamento. Tra questi: carenze nell’adeguata verifica dei titolari delle carte di pagamento e di quelle di credito; assenza di limiti al numero massimo di carte emesse a favore di uno stesso nominativo; utilizzo delle carte da parte di soggetti diversi dal titolare; assenza, nei sistemi informatici, di meccanismi automatici di rilevazione di operazioni anomale; possibilità, come visto, di effettuare prelevamenti presso Atm per importi eccessivamente elevati.

Banca d’Italia precisa che, pur considerando con favore la crescente diffusione delle carte di pagamento in sostituzione del denaro contante ai fini della prevenzione e del contrasto del riciclaggio, sono emerse, nel corso delle ispezioni fatte, fattispecie di utilizzo delle carte di pagamento incoerenti con le finalità proprie dello strumento e con il profilo economico dei titolari, tali da configurare possibili fattispecie rilevanti ai fini della segnalazione di operazioni sospette.

In particolare, è stata rilevata un’ampia casistica di carte di pagamento usate per frequenti e spesso simultanee operazioni di prelevamento e/o di ricarica in contanti, per importi prossimi ai limiti di plafond stabiliti dagli emittenti e volumi complessivamente rilevanti; le operazioni di spending sono risultate spesso assenti o in numero molto ridotto.

La sempre maggiore versatilità operativa delle carte, precisa Banca d’Italia, ha inoltre consentito di trasferire volumi considerevoli di fondi, anche all’estero, attraverso accreditamenti a favore di altre carte o rapporti di conto, cui sono seguiti contestuali addebiti d’importo uguale o pressoché corrispondente.

Banca d’Italia, nel corso delle ispezioni fatte, ha inoltre riscontrato criticità suscettibili di indebolire la capacità degli intermediari di rilevare gli anomali utilizzi delle carte di pagamento.

Banca d’Italia, quindi, nella comunicazione diffusa ieri, indica puntualmente le casistiche e gli schemi rappresentativi di tali comportamenti anomali che differenzia anche in ragione della tipologia di carta di pagamento: prepagata e di credito. Per le prime assumono rilievo, per esempio, le operazioni di ricarica per importi complessivamente molto rilevanti oppure le operazioni di addebito per prelevamenti di contante con sistematico esaurimento della provvista; per le secondo assumono rilevo l’utilizzo della carta presso esercenti convenzionati in giorni ovvero orari in cui l’esercente presumibilmente non è aperto al pubblico.

Se per Banca d’Italia risulta più giustificato l’uso di tali carte in alcuni settori come quello del trasporto merci, agenzie di viaggi ed e-commerce, meno coerente risulterebbe esserlo invece nei seguenti settori: edilizia, imprese di pulizia, money transfer, gioco on-line, agenzie di scommesse, compro oro, agenzie e sub-agenzie assicurative. In tali settori Banca d’Italia suggerisce quindi di monitorare con maggiore attenzione il ricorso delle carte prepagate.

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