Le vendite scatenate su MPS continuano e il titolo registra nuovi minimi storici
Banche, aumenti in vista per Mps e Carige, widiexpress

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Negli ultimi sei mesi è andata in fumo la maxi ricapitalizzazione da 3 miliardi di euro portata a termine la scorsa estate: la capitalizzazione della banca è di appena 2,2 miliardi. Inutile la decisione della Consob di vietare le vendite allo scoperto.

Il presidente della Consob Giuseppe Vegas ha commentato il tonfo del titolo:

“Sul titolo Mps ci sono mani italiane ed estere, come sempre accade. Stiamo indagando, vedremo a fine a giornata chi effettivamente ha venduto. Stiamo facendo un monitoraggio su Mps e sulle altre banche perché ci sono stati dei problemi”. In particolare sull’istituto senese “visto che le perdite hanno superato la soglia del 10% abbiamo ritenuto di mettere uno stop alle vendite allo scoperto”.

Di certo Mps sconta l’indagine della Bce sullebanche italiane: oltre a Mps, sono finiti nella lente della Banca centrale europea altri cinque istituti di credito. Nel week end erano circolate inoltre indiscrezioni sul lancio di ispezioni a livello europeo finalizzate a verificare nei dettagli i portafogli dei crediti problematici e l’esitenza di adeguate coperture.

Ma Mps sconta anche i dubbi sul suo futuro, dal momento che al momento non sembra farsi avanti nessuno interessato ad acquistarla, nonostante il risiko sulle popolari. E tutto questo avviene anche in assenza di novità decisive sulla questione della bad bank di sistema, oggetto di dibattito tra il governo italiano e Bruxelles.

Oggi Vegas ha provato a gettare acqua sul fuoco, sottolineando come quello in corso contro le banche italiane in Borsa non sia “un attacco all’Italia” ma che i motivi sono da ricercare in un mercato molto volatile e sensibile alla minima notizia o rumor negativi. A vendere sono operatori sia esteri sia italiani.

“È ancora una giornata difficile intorno alle banche che però è poco spiegabile”, ha detto Vegas. Anche perché “quella della Bce è una delle solite rassegne che periodicamente si fanno, quindi non c’è un motivo concreto almeno a nostro avviso”.

“Poi – ha aggiunto – le banche che sono state indicate in questo primo screening non sono tutte, quindi non ha neanche senso concentrare su queste banche le vendite perché è una situazione generale, una rassegna che si sta facendo prima dell’emanazione dei bilanci”.

Secondo Vegas dietro ai forti cali in Borsa delle banche “di motivi ce ne sono tanti, certamente abbiamo un mercato molto volatile in questa fase e basta uno stormir di fronde per fare spostamenti anche notevoli e quindi probabilmente questo ha accentuato un po’ gli andamenti”.

Le perdite hanno travolto ieri sul mercato secondario anche  le obbligazioni subordinate di Mps. Attorno alle 17,20 il bond subordinato Mps con scadenza settembre 2020, cedola 5,6%, perdeva – stando ai dati di Reuters –  10 figure e mezzo, con un rendimento in salita oltre quota 14%. Al termine della scorsa settimana il bond scambiava su un rendimento di circa il 10,7%; appena una settimana fa si trovava in area 7,5%.

Intanto a dire la sua sul bagno di sangue delle ultime sedute, il numero uno di Mps Fabrizio Viola si è così espresso:

“Confermiamo la stabilità economica e finanziaria della Banca, evidenziata dai risultati degli Srep, e il miglioramento della gestione operativa come da risultati raggiunti nei primi nove mesi del 2015. La flessione del titolo è avvenuta in assenza di eventi gestionali idonei a giustificare tale andamento”.

Ancora:

”Con riferimento alla gestione e cessione degli NPL ci stiamo in particolare concentrando per ottenere risultati anche migliori rispetto al Piano”. A commento del ”recente andamento negativo dei titoli di tutto il comparto bancario, ed in particolare del titolo Mps, il nostro piano industriale è confermato e lo stiamo portando avanti in linea con quanto presentato agli investitori e alle autorità di vigilanza, anche con riferimento alla gestione e cessione degli NPL dove ci stiamo in particolare concentrando per ottenere risultati anche migliori rispetto al piano”.

Per capire con  i numeri i livelli di reddività di Mps, bisognerà aspettare la data cruciale del prossimo 5 febbraio, quando verranno resi noti i risultati del quarto trimestre del 2015.

Ma i piccoli azionisti già fanno sentire la loro voce, con l’associazione Azione Mps cheringrazia ironicamente le autorità di mercato spettatrici della speculazione.

Il ‘ringraziamento’ è rivolto alle authority di vigilanza (Consob, BCE e Bankitalia), alla Commissione dell’Unione europea, ai ‘grandi azionisti’ e agli speculatori internazionali, considerati tutti corresponsabili del “crollo senza freni“ in Borsa di Mps.

“Qualcuno ha fatto grassi profitti con la speculazione al ribasso, qualcuno, forse, intende farne acquistando a prezzi da saldo. I piccoli azionisti sono ancora una volta quelli che ne pagano le conseguenze”. Azione Mps fa notare come ormai il valore delle azioni sottoscritte dai dipendenti sia ormai azzerato. “I dipendenti del gruppo continuano a subire il maggior peso della ristrutturazione, con la continua riduzione degli organici e la contemporanea compressione della retribuzione, continuando a mantenere il rapporto con la clientela. I piccoli azionisti attendono un segnale adeguato anche dal management nella stessa direzione, ed una spiegazione di come il terzo gruppo bancario italiano possa valere meno di un terzo del solo denaro frescoiniettato negli ultimi due anni, meno di un terzo di quanto il Monte pagà la sola Antonveneta”.

Di seguito il grafico del crollo dei titoli delle banche italiane che, dall’inizio del 2016 fino a ieri, hanno perso oltre -38%.

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