L’educazione finanziaria è il pilastro su cui poggia una libertà individuale
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“Il mondo è iper-connesso, tutto è in sharing, tutto è in real-time, on-demand, ci sentiamo grandi grazie a piccoli oggetti nelle nostre tasche, Smartphone, su cui esistono soluzioni mobile ai nostri problemi, anche in ambito finanziario.” sostiene Maurizio Pimpinella presidente Aiip “Dobbiamo tutti essere orgogliosi del progresso che direttamente o indirettamente abbiamo contribuito a creare.

 

Ma le turbolenze sono molte e rischiano di farci implodere. Una fra tutte: la minaccia del terrorismo. Ecco, direte voi, fuori tema ed un po’ retorico. Niente affatto: la minaccia, la paura del terrorismo – ancor prima del terrorismo stesso – è capace di sottrarre la libertà tipica dell’Occidente ai cittadini che hanno la fortuna di vivere alle nostre latitudini. Il nostro percorso, in quanto Occidente, è decisamente travagliato.

 

Ma quando, esattamente, siamo “cambiati” rispetto ad altre civiltà? E’ molto semplice: quando abbiamo deciso di offrire a tutti una possibilità, quando le classi sociali sono crollate, quando le Banche – invenzione squisitamente italiana in senso moderno, ci tengo a sottolinearlo – hanno deciso di prestare i danari raccolti tramite la gestione del risparmio di chi era più agiato a chi aveva idee e voglia di fare, ma non capitali. In questo modo, è fiorita la libertà, in questo modo l’Occidente ha compreso che la chiave della felicità alberga – anche – nella speranza stessa della felicità.

 

E ditemi, esiste forse una qualsivoglia forma di libertà, senza un fondamento, una solida base di libertà ed indipendenza economica e finanziaria? Il ruolo della cultura, il motivo per cui siamo oggi presenti in questa magnifica sala istituzionale, entra in gioco adesso: non esiste libertà senza consapevolezza, e questa può nascere solamente da un opportuno lavoro di formazione, soprattutto in ambito finanziario.

 

Bene, voglio provare a contraddirmi: un recentissimo paper dell’aprile di quest’anno, ad opera di due economisti italiani della Banca d’Italia, Guglielmo Barone e Sauro Mocetti, ha mostrato come quelle che erano le famiglie fiorentine più ricche del Quattrocento…sono a tutt’oggi le famiglie più ricche! Questo sembrerebbe contraddire qualsiasi teoria od evidenza in ambito di mobilità intergenerazionale.

 

Invece, voglio leggere queste informazioni in un’altra chiave: le famiglie abituate a gestire ingenti patrimoni si curavano di educare anche finanziariamente la propria progenie, badando bene a tramandare l’usanza. Evidentemente, il sistema ha funzionato! I tempi sono cambiati, è nostra responsabilità rendere “libera” ogni generazione, a prescindere dalla situazione di partenza.

 

Dal canto mio, ho già provveduto a tradurre in fatti queste parole: il 16 maggio mi sono recato personalmente in provincia di Latina, per svolgere una lezione di educazione finanziaria presso il Liceo Scientifico del posto, aperta alle classi quarte e quinte e a chiunque volesse acquisire maggiore consapevolezza in quell’ambito. Erano presenti circa 400 fra studenti e cittadini interessati. Certamente, organizzare un evento del genere in una Università, in un centro convegni, avrebbe dato una maggiore risonanza, ma non era – e non è – questo l’obiettivo.

 

La mia volontà va in una direzione precisa: il roadshow di educazione finanziaria che A.I.I.P. ha provveduto ad organizzare è rivolto ai Millennials nati a ridosso del 2000, i veri protagonisti del mondo che quelli della mia generazione hanno contribuito e stanno contribuendo a plasmare.

 

Ebbene, mi piacerebbe, idealmente, che ogni giovane studente possa acquisire ancor prima del compimento della maggiore età una consapevolezza “adulta” in ambito economico e finanziario, che possa sentirsi protagonista della propria Nazione e che sappia gestire la propria fortuna in modo opportuno. Naturalmente, non intendo fortuna materiale, ma la fortuna di essere nato in un mondo in cui le tecnologie possono offrire infiniti spunti per una vita migliore, per chiunque. Dunque, in materia di Educazione Finanziaria, troverete sempre un mio personale concreto appoggio così come da parte dell’Associazione che rappresento.

 

L’OCSE fornisce una definizione precisa di “Educazione Finanziaria”, ovvero “il processo attraverso il quale i consumatori/investitori finanziari migliorano le loro capacità di comprensione dei prodotti e concetti finanziari e, attraverso l’informazione, l’istruzione e/o consulenza oggettiva, sviluppano le competenze e la possibilità di divenire più consapevoli dei rischi e delle opportunità finanziarie, di fare scelte consapevoli, di sapere dove andare per chiedere assistenza e di intraprendere ulteriori azioni concrete per migliorare il proprio benessere finanziario”. Le due figure identificate – consumatori, investitori finanziari – hanno un tratto in comune: l’essere stati giovani, l’essere andati a scuola. Per questo motivo, a parer mio, la formazione in ambito finanziario va iniziata quanto prima nel percorso formativo di un individuo. A titolo esemplificativo, basti pensare ai seguenti dati: i risultati dell’Italia in materia di alfabetizzazione finanziaria sono stati inferiori alla media dei 13 Paesi ed economie dell’OCSE che hanno partecipato ad un’indagine apposita. Più di uno studente su cinque in Italia (21,7% rispetto al 15,3 % in media nei Paesi ed economie dell’OCSE) non riesce a raggiungere il livello di riferimento per le competenze di alfabetizzazione finanziaria (Livello 2). Solo il 2,1% degli studenti raggiunge il livello più alto nella scala PISA. Dunque, la sfida che dobbiamo cogliere è complessa e avvincente allo stesso tempo: nel nostro Paese, la relazione tra lo status socioeconomico e i risultati in materia di alfabetizzazione finanziaria è significativamente più debole rispetto alla media dell’area OCSE. Ciò suggerisce che il Paese offre agli studenti opportunità di apprendimento relativamente eque. Tuttavia, la differenza tra le regioni che ottengono i risultati migliori (Friuli Venezia Giulia e Veneto) e quelle che ottengono i risultati peggiori (Calabria) è di 86 punti, superiore a un livello di competenze nella scala PISA. E’ nostro compito colmare questo gap.

 

Il mio augurio è che le generazioni future possano vivere all’insegna di due pilastri, quali una sana intraprendenza ed una grande generosità, entrambi saldamente costruiti su un percorso di Educazione Finanziaria, cominciato dalle famiglie in tenera età (magari con una simbolica “paghetta”), proseguito dalle Istituzioni ed infine orgogliosamente intrapreso dall’individuo stesso.”

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