L’inattesa cancellazione di Sinvest dall’elenco speciale

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La Banca d’Italia con provvedimento del 24 agosto ha disposto la cancellazione di Sinvest, confidi di area Confartigianato, dall’elenco speciale ex art. 107 TUB.

Non esistono ancora informazioni pubbliche sulle motivazioni del provvedimento. Il direttore di Sinvest, Michele Testa, ha così inquadrato la notizia:” Al momento vi confermo la notizia, che ha creato stupore nei nostri ambienti visto che in sede ispettiva non ci sono stati evidenziati rilievi critici particolari, ad eccezione delle difficoltà patrimoniali dovute ad accantonamenti.
Permettetemi di non aggiungere altro in quanto gli amministratori stanno valutando le prossime azioni da avviare.
In sintesi il verbale non evidenzia le azioni di efficientamento impostate nell’ultimo biennio e in buona parte già esecutive”.
Forse è un segnale dalla Banca d’Italia: nel mondo degli intermediari sottoposti al suo diretto controllo intende fare una selezione, “anticipando” l’effetto del probabile innalzamento della soglia a 150 milioni o più (Sinvest in caso di innalzamento si sarebbe posizionato sotto tale soglia più alta).
La cancellazione ultimamente è dipesa da una carenza di patrimonio che la Banca d’Italia ha giudicato non rimediabile. Rispetto all’altro caso di intervento “cautelativo” (il blocco dell’operatività di Fidindustria Emilia-Romagna con successivo piano di ricapitalizzazione) qui il giudizio è stato più drastico e la misura più severa. Fidindustria è più grosso, per volumi di attività, di Sinvest, ma non traggo da questo confronto delle conclusioni sommarie sul fatto che Banca d’Italia stia “epurando” i 107 meno dimensionati. Forse ha pesato anche l’aleatorietà dei possibili apporti da parte della Regione Lombardia, che potrebbero arrivare, ma con clausole e condizioni di non facile applicazione (Fidindustria ha ricevuto un aiuto più diretto da parte della Regione Emilia Romagna).
La cancellazione, se confermata e attuata, porrebbe Sinvest in un vacuum normativo quale confidi de-iscritto ma ancora sopra la soglia dei 75 milioni oggi applicata. Si tratta quindi di un provvedimento che, indirettamente, e magari non deliberatamente, spinge verso scelte di riorganizzazione, che immagino non siano facili da concepire in emergenza.
La “sentenza” di cancellazione è una doccia gelida su un’organizzazione sotto sforzo da anni per adeguarsi ai requisiti di un “107”, che adesso vede a rischio la propria continuità (e i posti di lavoro). Una situazione molto dura.
Merita di essere presa in carico, approfondita, condotta a qualche tipo di soluzione. La soluzione che va bene per Sinvest può andar bene per molti altri confidi 107 che prima o poi saranno chiamati a sostenere l’esame della vigilanza ispettiva (e di cui già Banca d’Italia conosce le debolezze attraverso la vigilanza informativa).
Molti confidi si sono ritrovati ad essere 107 sottostimandone le conseguenze. Che ora alcuni escano dall’elenco speciale, bruciando i milioni di euro e le fatiche spesi per entrarci, è un fatto triste, una delusione cocente, e suscita una certa rabbia (innanzitutto tra chi ha speso e faticato). Lo stesso devono fare i soggetti che decideranno di fondersi o integrarsi con altri “107”, più o meno affini per settore o localizzazione.
Le acque sono tempestose. Magari qualcuno spera di riposizionarsi come l’arca di Noè dopo il diluvio, adagiato su una montagna dal riflusso delle acque.
E’ umano sperare che il diluvio finisca, ma ci vuole qualcuno al timone di ogni nave, e un ammiraglio alla guida della flotta.

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