L’Istat conferma la stima preliminare sull’ inflazione di giugno
L’Istat sottolinea che l’accelerazione dei prezzi degli alimentari spinge l' inflazione.
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L’Istat sottolinea che l’accelerazione dei prezzi degli alimentari spinge l’ inflazione.

Inflazione più pesante per famiglie meno abbienti: è al 9,8% +

L’accelerazione dell’inflazione nel secondo trimestre del 2022 è determinata in buona parte dai beni energetici ma coinvolge anche beni come gli alimenti e, in misura più contenuta, i servizi. Poiché i beni incidono in misura maggiore sulle spese delle famiglie meno abbienti, e i servizi pesano invece di più su quelle più agiate, la crescita dell’inflazione segna valori più elevati per le famiglie con minore capacità di spesa. Per loro passa dal +8,3% del primo trimestre al +9,8% del secondo trimestre, mentre per quelle più abbienti accelera dal +4,9% al +6,1%. Pertanto, il differenziale di classe si amplia a 3,7 punti percentuali.

A giugno +1,2% sul mese e +8% sull’anno

Come detto, l’Istat conferma per il mese di giugno una crescita dei prezzi al consumo pari all’1,2% su mese e all’8% su anno, al top dal 1986 (quando fu dell’8,2%). In un quadro di diffuse tensioni inflazionistiche, spiega l’Istituto di statistica, l’ulteriore accelerazione della crescita su base tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo si deve prevalentemente da una parte ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +42,6% di maggio a +48,7%) e in particolare degli energetici non regolamentati (da +32,9% a +39,9%; i prezzi dei beni energetici regolamentati continuano a registrare una crescita molto elevata ma stabile a +64,3%), e dall’altra a quelli dei beni alimentari, sia lavorati (da +6,6% a +8,1%) sia non lavorati (da +7,9% a +9,6%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,4% a +5%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +6% a +7,2%). L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +3,2% a +3,8% e quella al netto dei soli beni energetici da +3,6% a +4,2 per cento.

Per i beni alimentari +8,2%

Su base annua accelerano sia i prezzi dei beni (da +9,7% a +11,3%) sia quelli dei servizi (da +3,1% a +3,4%); si ampia, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -6,6 di maggio a -7,9 punti percentuali). Accelerano sia i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +6,7% a +8,2%), sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,7% a +8,4%). L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto a diverse componenti e in particolare ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (+6%), cui si aggiungono quelli dei Servizi relativi ai trasporti (+2%), degli alimentari lavorati (+1,6%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,3%) e dei Beni non durevoli (+0,7%).L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +6,4% per l’indice generale e a +2,9% per la componente di fondo. A livello di indice armonizzato dei prezzi al consumo, che permette il confronto con gli altri Paesi europei, l’indice di giugno aumenta su base mensile dell’1,2% e dell’8,5% su base annua (da +7,3% nel mese precedente), confermando, anche in questo caso,k la stima preliminare.

Carrello della spesa, il primato dal 1986

«A giugno – commenta l’Istat – l’inflazione accelera di nuovo salendo a un livello (+8%) che non si registrava da gennaio 1986 (quando fu pari a +8,2%). Le tensioni inflazionistiche continuano a propagarsi dai beni energetici agli altri comparti merceologici, nell’ambito sia dei beni sia dei servizi. Pertanto, i prezzi al consumo al netto degli energetici e degli alimentari freschi (componente di fondo; +3,8%) e al netto dei soli beni energetici (+4,2%) registrano aumenti che non si vedevano rispettivamente da agosto 1996 e da giugno 1996. Al contempo, l’accelerazione dei prezzi degli Alimentari, lavorati e non, spingono ancora più in alto la crescita di quelli del cosiddetto “carrello della spesa” (+8,2%, mai così alta da gennaio 1986, quando fu +8,6%)”.

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