Da Maggio le compagnie di assicurazione hanno iniziato a inviare il primo reporting Solvency II
Le compagnie di assicurazione affinano i calcoli per i nuovi requisiti europei di capitale che saranno richiesti da Solvency II

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Vista la concomitanza dei due sistemi di vigilanza prudenziale, l’ANIA ha avviato un’indagine statistica volta ad analizzare l’evoluzione del solvency capital ratio – indicatore che misura quanto i mezzi propri delle imprese siano adeguati per far fronte ai rischi tecnico/finanziari peculiari del settore assicurativo – nel passaggio da Solvency I a Solvency II.

Hanno partecipato all’indagine la quasi totalità delle compagnie di assicurazione (102 imprese, per una quota di mercato pari al 96,8%). Alle compagnie è stato richiesto di fornire i dati necessari per il calcolo dell’indice di solvibilità così calcolato:
‐ Per Solvency I: Margine di solvibilità posseduto/Margine richiesto
‐ Per Solvency II: Fondi propri ammissibili/SCR (Solvency Capital Requirement)

In particolare, per Solvency II è stato richiesto alle imprese di indicare la metodologia di calcolo dell’SCR e i risultati hanno messo in evidenza che tra tutte le imprese partecipanti all’indagine: 90 imprese hanno utilizzato la Standard Formula; 3 imprese la Standard Formula con utilizzo di USP (Undertaking Specific Parameters); 4 imprese il modello interno parziale; 5 imprese il modello interno completo. L’analisi ha riguardato distintamente le compagnie operanti nel settore Danni, quello Vita e le compagnie multiramo (o miste).

Analizzando la distribuzione dei dati (ancora provvisori) forniti dalle imprese, la mediana del Solvency II Capital ratio per il totale delle attività assicurative è risultata pari a 1,98, lievemente al di sopra del valore calcolato secondo l’attuale normativa vigente (1,87). Leggermente più evidente il divario tra i due rapporti se si considerano i valori medi: il Solvency Capital Ratio calcolato secondo il nuovo sistema di vigilanza prudenziale è stato pari a 2,32, mentre lo stesso indicatore calcolato secondo la normativa Solvency I è risultato pari a 1,81 (molto vicino al valore mediano). Analizzando gli stessi risultati ma a livello dei singoli comparti assicurativi, risulta che:

  •  l’impresa mediana operante nel settore danni presenta un Solvency II Capital ratio pari a 1,67, inferiore di circa un punto rispetto a Solvency I (2,65). Tale scarto negativo si riscontra pressoché in tutta la distribuzione analizzata: al 25° percentile è 1,36 il valore Solvency II contro 1,91 per il Solvency I; al 75° percentile la differenza è ancor più ampia (2,16 per Solvency II contro 3,85 per Solvency I). Anche analizzando i valori medi si riscontra un valore per Solvency II pari a 1,63 contro 2,83 per Solvency I.
  • l’impresa mediana operante nel settore vita registra un Solvency II Capital ratio pari a 2,47, quasi il doppio rispetto a quanto rilevato con Solvency I (1,31). Tale incremento è comune a tutta la distribuzione di valori analizzata come mostrano i dati percentili riportati in tabella. Anche il valore medio evidenzia questo andamento con un ratio pari a 2,55 calcolato secondo il nuovo sistema di vigilanza prudenziale, rispetto a 1,32 calcolato secondo Solvency I.
  • anche per quanto riguarda le imprese miste, autorizzate cioè a esercitare in entrambi i settori, l’indicatore dell’impresa mediana sembra in aumento (+0,75 punti) nel passaggio tra i due sistemi di vigilanza prudenziale. Tale incremento non è però confermato dal valore medio che risulta più stabile (2,33 per Solvency II contro 2,20 per Solvency I).

Si osserva che la misura della variabilità del Solvency Capital ratio (quantificata tramite l’indicatore scarto interquartilico) diminuisce nel settore Danni nel passaggio da Solvency I a Solvency II (da 1,93 a 0,80 punti) mentre aumenta nel settore Vita (da 0,54 a 1,21). Rimane, infine, più stabile per le imprese miste.

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